BRINDISI – <<La chiave è stata l’acume tattico di Milenko Tepic, un giocatore di squadra che ha dimostrato incredibile duttilità e ci ha aiutato enormemente a gestire la gara. Ringrazio Enzo e Peppe Sindoni perché allenare giocatori di questo calibro arricchisce enormemente il mio bagaglio di esperienza>>. Queste le parole proferite in conferenza stampa da Di Carlo nel post gara di Capo d’Orlando-Varese. E come dare torto al coach di Capo d’Orlando, se si pensa che Tepic è stato allenato da Ivkovic, Obradovic e Vujosevic, ovvero tre dei più grandi allenatori d’Europa – dai quali è impossibile non assorbirne “per osmosi” i dettami – e che può vantare 118 presenze in Eurolega ed oltre 100 con le selezioni della nazionale serba. D’altronde, se Obradovic pensava che Tepic potesse diventare l’erede naturale di Diamantidis, vuol dire che ha riconosciuto in lui una mente cestistica “superiore”. Vero è che poi il progetto naufragò, ma la carriera di Tepic è stata comunque costellata di successi, di soddisfazioni e di stagioni di alto livello con le prestigiose maglie del Siviglia, del Lietuvos Rytas e del Paok Salonicco (squadra dove ha giocato due stagioni fa, realizzando 8 pt. di media in Eurocup in 16 partite), oltre a quelle del Panathinaikos e del Partizan di Belgrado.
E’ difficile descrivere le caratteristiche di Tepic, perché è un giocatore che sa fare davvero tutto, ma soprattutto sa fare quello che serve alla squadra in quel preciso momento: la scorsa stagione ha ricoperto pressoché tutti i ruoli, eccezion fatta per quello di pivot, ed il suo impatto sulle partite è spesso andato oltre le statistiche, che pure parlano di una stagione da 8,5 pt, 5,5 rimbalzi e 3 assist. Nonostante tra le principali caratteristiche offensive di Tepic – che sono l’arresto e tiro dalla media, l’uno contro uno fronte e spalle a canestro e le situazioni di pick and roll – non rientri il tiro da fuori, il forte giocatore serbo, in gara 1 playoff contro Milano, ha chiuso con un 3 su 6 dalla lunga distanza, a testimonianza della sua estrema duttilità. In quella partita, nella quale Capo d’Orlando espugnò il Forum, Tepic terminò la gara con 17 punti e 7 assist (la serie con Milano l’ha poi chiusa a 11,8 pt, 6,6 rimbalzi e 4,3 assist in 30,5 minuti di media, incrementando tutte le voci statistiche stagionali).
Certo, il sistema di gioco e l’ambiente di Capo d’Orlando hanno probabilmente esaltato le sue caratteristiche, ma è indubbio che Tepic faccia parte di quella schiera di giocatori in via di estinzione che tutti gli allenatori vorrebbero con sé perché fanno del fosforo la loro arma principale. E se Capo d’Orlando ha disputato quel tipo di stagione, lo deve anche a lui. Parola di coach Di Carlo.
Andrea Pezzuto Redazione |