Come ampiamente previsto dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili, la sola applicazione di nuove norme statali, finalizzata e contenere i danni del caro-materiali, poteva non bastare. E purtroppo è esattamente ciò che sta accadendo. A livello periferico, infatti, le stazioni appaltanti si contraddistinguono proprio per la mancata applicazione di tali norme e quindi il settore edilizio continua a vivere una pericolosissima fase di stallo che comincia a riverberare le conseguenze nefaste sull’intero sistema-paese.
Le imprese di settore, infatti, subiscono autentiche vessazioni dal momento in cui sottoscrivono un contratto per la realizzazione di un’opera pubblica. I RUP (Responsabile Unico del Procedimento) continuano ad insistere perché vengano rispettati i contratti con i relativi cronoprogrammi, prescindendo da un dato incontrovertibile che consiste proprio nel voler ignorare la necessità di modificare i quadri economici con l’impiego di ulteriori risorse economiche utili per completare le stesse opere.
Si ha netta l’impressione, insomma, che i RUP siano concentrati nella esclusiva tutela delle responsabilità, personali e nei confronti delle stazioni appaltanti, senza mostrare medesimo interesse verso la effettiva realizzazione delle opere. Si preferisce, insomma, scaricare tutto sull’impresa esecutrice, giungendo sempre più spesso alle minacce di risoluzione contrattuale che, a conti fatti, danneggia tutti, a partire dai cittadini che avrebbero dovuto usufruire di tali opere pubbliche.
E invece la scelta più utile alla collettività sarebbe quella di creare le condizioni ideali perché i RUP sospendano provvisoriamente le opere per ricevere dalle direzioni dei lavori un quadro preciso dei costi finali a causa del caro-materiali. Il tutto, per poi informare le stazioni appaltanti a cui spetterà il compito di individuare nuove risorse e/o rimodulare gli investimenti, per portare a compimento le opere. Nel percorso, però, i RUP non dovranno essere lasciati da soli e con il serio rischio di rispondere di danno erariale sia se si assumono la responsabilità di modificare i quadri economici e sia se non riescono a far completare le opere.
Con il PNRR in piena corsa tutto ciò è inaccettabile. Il governo ed il Parlamento hanno ascoltato il grido di allarme dell’ANCE e adottato diverse misure a sostegno del settore che rischiano di essere vanificate se gli amministratori locali e la Politica non passeranno dagli annunci dei finanziamenti ottenuti, alle scelte per sostenere tutti gli attori coinvolti: RUP, direttori dei lavori e imprese, a cui viene chiesto di realizzare le opere. In mancanza di una azione sinergica, anche l’approvazione di ulteriori leggi statali servirà a ben poco e la strada della paralisi completa del settore sarà inevitabile.
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi