Edison, deposito di GNL a Brindisi: l’Autorità Portuale vince al TAR contro il Consorzio Asi

Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale contro il Consorzio ASI di Brindisi, invalidando le note emesse dal Consorzio a gennaio 2024 che ostacolavano la realizzazione del deposito costiero di gas naturale liquefatto (GNL) presso Costa Morena Est. Al centro della disputa legale c’era la distanza tra i binari ferroviari della banchina di Costa Morena Est e il deposito di GNL progettato da Edison. Il Consorzio ASI, rifacendosi al D.P.R. n. 753 del 1980, aveva imposto una distanza minima di 30 metri tra i binari e il deposito, contro i 5 metri previsti nel progetto approvato dal decreto interministeriale del 22 agosto 2022. L’Autorità portuale ha contestato queste note, sostenendo che il Consorzio ASI non avesse l’autorità per emetterle.

Il TAR del Lazio – Sezione Terza (Presidente Giuseppe Sapone, Estensore Marco Savi) – ha dichiarato nulle le note del Consorzio ASI del 10 e 17 gennaio 2024. Il tribunale ha stabilito che il Consorzio ha agito “in difetto assoluto di attribuzione”, eccedendo i propri poteri e competenze. La sentenza riafferma la legittimità del progetto del deposito di GNL e ne consente la continuazione come originariamente pianificato.

Nella sua decisione, il TAR ha anche respinto le eccezioni sollevate dal Consorzio ASI riguardanti la presunta incompetenza territoriale del TAR Lazio e l’inammissibilità dell’intervento di “Deposito GNL Brindisi Srl” e del ricorso dell’AdSPMAM. Il tribunale ha confermato che il progetto rientra nelle “infrastrutture di trasporto” della rete nazionale di gasdotti, legittimando la giurisdizione del TAR Lazio.

I giudici hanno chiarito che le competenze dei Consorzi di sviluppo industriale, come l’ASI, sono limitate all’infrastrutturazione delle aree di loro pertinenza e alla fornitura di servizi alle imprese. Non rientrano tra queste le attribuzioni in materia di vigilanza urbanistica ed edilizia, né la facoltà di impedire l’avvio dei lavori di costruzione tramite note interpretative. In breve, il Consorzio ASI è andato ben oltre il suo mandato tentando di bloccare il progetto.

Il Consorzio ASI valuterà la possibilità di un ricorso al Consiglio di Stato. Nel frattempo, le associazioni ambientaliste hanno recentemente depositato una nota integrativa all’esposto presentato in Procura il 12 febbraio 2024.

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