“Eni venga a riferire alle Organizzazioni sindacali le dinamiche che regolano gli appalti a Brindisi”

Nonostante la Uilm insieme alle altre organizzazioni sindacali abbiano inviato una richiesta d’incontro ad Eni unitamente a CimiSpA, Leucci Gropu srl e Tecnogal Service Srl, Confindustria Brindisi convoca le organizzazioni sindacali, ma di Eni non vi è traccia.
Ovviamente l’incontro di cui sopra riguarda le aziende che l’appalto delle manutenzioni meccaniche lo hanno perso, e si terrà il prossimo 16 febbraio appunto presso la Confindustria di Brindisi, ma subito dopo dovremmo incontrare le quattro aziende che in due Ati (Associazione Temporanea d’Impresa) l’appalto se lo sono aggiudicato.
La multinazionale a partecipazione statale, da ciò che ci risulta, aggiudica le gare di appalto con un gap del 30% in meno rispetto a quello che fa negli altri siti, sempre di sua proprietà del nord Italia, a questo vorremmo che ad un tavolo i manager ci illuminino e dicano coma mai, qualora questo risponda a relatà, visto che le retribuzioni siano le stesse su scala nazionale, nonostante l’autonomia differenziata della Lega Nord punti ad una distinzione salariale longitudinale nello stivale, come anche le materie prime hanno costi simili, se non addirittura maggiori al sud rispetto al nord.
Qual è la ratio che muove l’ufficio appalti di San Donato milanese, quali sono le genialità che un’azienda può apportare con un aggiudicazione del 16% in meno rispetto ad un’altra, quale ruolo sociale identifica Eni sul territorio di Brindisi e cosa Eni si è prefissa di ottenere da una gara di appalto che mira a disintegrare il tessuto industriale brindisino?
Probabilmente sia gli organi inquirenti che i due rami del parlamento dovrebbero aprire delle inchieste la prima per via giudiziale e formare una commissione d’inchiesta la seconda, perché non è ammissibile che una società partecipata dallo stato aggiudichi gare con ribassi così elevati al sud mentre al nord si cura di aggiudicare con maggiori risorse le stesse manutenzioni, questa geometria variabile non fa altro che impoverire il territorio schiavizzando sia le imprese che i lavoratori.
Infatti molte delle risorse Eni le ricaverà dalla decurtazione salariale che le aziende subentranti applicheranno sulle buste paga dei dipendenti, che sappiamo già non saranno tutti quelli dichiarati in esubero dalle aziende uscenti e che quindi già questo mietere posti di lavoro ad ogni cambio di appalto ha fatto sì che Brindisi oggi risulti fanalino di coda della Puglia, che già di suo è in posizione di arretratezza in Italia, in termini di ricchezza distribuita e numero di posti di lavoro persi.
A questo bisogna aggiungere che i livelli di inquadramento che i dipendenti si non conquistati negli anni, gli scatti di anzianità e gli eventuali premi individuali e/o collettivi presenti non siano riconosciuti dalle aziende TPS, Officine D’Andrea, Liliana e Tecnomec, che sono le aggiudicatrici dell’appalto, le quali, si rifaranno sicuramente a schemi preconfezionati con il placet di Eni che ha già dei precedenti in tale materia, vedi le condizioni lavorative nei cambi di appalto dei ponteggi e coibentazioni fatte ultimamente.
E’ giunto quindi il momento di stilare un protocollo di premialità che sia unificato in tema di premi di risultato, buoni pasto e conservazione salariale di tutte le aziende presenti nel petrolchimico di Brindisi.
E’ giunto il momento, visto che hanno paura di incontrare le organizzazioni sindacali del territorio che il Parlamento italiano istituisca una commissione d’inchiesta sulle misure che Eni adotta a Brindisi, non si può più aspettare, tutto il tempo trascorso è servito a concepire la certezza che questa partecipata ha oggi un atteggiamento di prepotenza sul territorio e sta dilaniando risorse impoverendo la società quando in realtà il suo ruolo di matrice Matteiana sarebbe il perfetto contrario e non ci vengano a dire che loro parlano soltanto con le categorie sindacali del loro contratto di appartenenza perché questa politica ormai non può essere più concepita, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, presto o tardi bisognerà dar conto allo stillicidio di ricchezza e unità lavorative perse negli anni grazia a questo modus operandi.
Alfio Zaurito
Segr. Gen. Uilm Brindisi

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