Ennesimo atto criminale ai danni della Riserva: distrutta area oggetto di rinaturalizzazione

BRINDISI – La logica della tutela degli interessi ancora una volta prevale sulla natura.
E’ stato distrutto il campo agricolo sul quale il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto stava portando avanti un corposo progetto di restituzione dell’area alla natura.
Qualcuno ha arato l’intero ettaro di superfice ricoperta da piante. Sita nei pressi di Punta Penna Grossa e soggetta a particolare tutela, negli ultimi due anni, l’area in questione è stata oggetto di un massiccio intervento di rimboschimento con specie della macchia mediterranea.
Sono state piantumate all’incirca 5mila piante, che nell’arco di un periodo relativamente breve sono arrivate ad un’altezza e robustezza notevoli, tanto da riuscire a riportare nel luogo gli animali che, sino alla rinaturalizzazione, non sostavano nell’area.
L’aumento di naturalità del sito ha avuto come risultato l’attrazione di specie animali tutelate dalla direttiva Habitat come la Elaphe quatuorlineata, il comune “cervone”, e la Zamenis situla, il “colubro leopardino”. Ma non solo.
Il ripristino naturale ha fatto si che questo fosse utilizzato quale sito trofico, quindi zona alla quale attingere per l’alimentazione, anche da parte di altre due specie presenti in direttiva quali il Circus pygargus, l’albanella minore, ed il Falco naumanni.
I primi risultati ottenuti nell’area hanno dato riscontro a quanto stabilito dal Piano di gestione della Riserva che, tra gli obbiettivi del Consorzio, segna la rinaturalizzazione dei terreni che rientrano nel Sito di Importanza Comunitaria, Torre Guaceto Macchia San Giovanni, come questo ora distrutto.
E’ quasi superficiale sottolineare che attualmente la soddisfazione per il lavoro svolto ha ceduto il passo all’amarezza per l’ennesimo atto criminale subito dalla Riserva e per il quale saranno gli animali di Torre Guaceto a fare le spese.
L’ente gestore ha riportato i fatti alle forze dell’Ordine.
Provato per quanto accaduto, il presidente del Consorzio di Gestione dell’area protetta, Mario Tafaro ha dichiarato: “Non posso che stigmatizzare il comportamento irresponsabile di quanti, non amando Torre Guaceto e il territorio di Carovigno, tendono esclusivamente al perseguimento del proprio tornaconto e contribuiscono alla distruzione del proprio habitat”.

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO