“Ci crisce l’affluenza ole dice ca sta sciamu bueni. Almenu subbra lu 70%, dicimu”” mi ripeteva Romualdo durante il nostro giro nei seggi elettorali. Ed io aggiungevo “ca ole dice ca San Pietru sà liberata”. Alle Comunali del 2015 e alle Politiche del 2018 l’affluenza fu del 68 %. Alle Amministrative del 10 giugno è stata del 64 %. Un calo secco di 4 punti, addirittura lontano di 6 punti dalla minima percentuale auspicata da Romualdo! Alle Amministrative del 2015 Rizzo prese 3406 voti, pari al 40 % e Maurizio Renna 4368, pari al 51 %. Alle amministrative odierne, Rizzo ha preso 3048 voti, pari al 38 % e Totò Mariano 2318 voti, pari al 29%. Il consistente calo dell’affluenza e le cifre dei voti hanno confermato il presentimento della sapienza contadina di Romualdo e la sintesi politica e sociale che se ne poteva conseguire. Va pure evidenziato che, rispetto alle Politiche di Marzo, Totò ha sì recuperato 1136 voti ma, rispetto alle Amministrative del 2015, se ne sono persi 2000, contro i soli 400 in meno di Rizzo. Questi dati oggettivi hanno confermato che Totò ha lasciato un buen recuerdo di sé come Sindaco in tanti cittadini, ma purtroppo non è stato né “visto” né “percepito” dalla maggioranza della popolazione come l’alternativa all’esistente, riconosciuta, a torto o a ragione e nonostante le traversie giudiziarie, a Rizzo. Perché? Certo, hanno pesato le divisioni nel PD, comprese quelle scaturite dagli errori politici dell’ultima fase, i quali potevano e dovevano essere evitati; un partito scientemente ridotto, anno dopo anno, all’inesistenza, da chi se ne è poi andato in Art.1, fino al suo grottesco trino-commissariamento, che oltre a perpetuare sottotraccia le divisioni, ha creato soprattutto l’illusione ottica, celandone l’inganno, di una liberazione del PD da un modo di intendere la politica che si è vanamente combattuto per vent’anni; l’ultima nefasta esperienza amministrativa, conclusasi con il commissariamento del Comune, corollato da inchieste. Posta così la questione, date tutte queste condizioni attenuanti di partenza, si può pure dire che è stato quasi un miracolo che si sia riusciti a presentare una Lista e aver conseguito un risultato dignitoso. Ma l’ambizione e la posta in gioco erano ben altre! Non volevamo semplicemente partecipare, presentando una Lista come le altre. Volevamo vincere. Anche perché, l’unico senso che poteva avere la candidatura di Totò rispetto a qualunque altra candidatura, era quello di rappresentare la “discontinuità assoluta” con quella concezione anti berlingueriana e anti morotea della politica, gratuitamente introdotta nel nostro Comune ventidue anni fa, che ha permeato tutto l’agire politico, sociale, psicologico e culturale di una comunità, e molto molto di più di quanto si sia proposto di voler fare Pasquale Rizzo in questi anni, ritenuto alla fine ancora l’alternativa più credibile. Era l’unico modo di tentare una vittoria, in una lunghissima vicenda nella quale Rizzo lo possiamo considerare la cura sbagliata, ma non certo la malattia. No?! Ciò era alla nostra portata solo se, sin dall’inizio, si fosse reso evidente che volevamo liberare il paese dalla prigione di un sistema reticolare di potere che muoveva e continua a muovere le persone – nel Comitato elettorale della Lista Cursi parlavano pure le sedie!- come pedine, per continuare a perpetuare un dominio padronale e personale, che è parso essere contrastato solo da Pasquale Rizzo, anche se mediante una “via giudiziaria” al ripristino della “normalità”, peraltro pur essa intrisa talora da una disinvolta doppia morale. Ciò ovviamente non ci deve impedire di aiutare il Sindaco a venire a capo di una situazione comunale davvero drammatica, da lui alquanto complicata! Non sorge il dubbio che chi non ci ha votato votando Rizzo, e chi non è andato potenzialmente a votarci, abbia avuto la sensazione non di una discontinuità ma, all’opposto, di una sorta di “contiguità” politica con il retro mondo della Lista Cursi, del resto vociferata qua e là nel paese, che non dovevamo assolutamente lasciare non contraddetta nel rifugio autolesionistico della non contrapposizione – che è sempre stata politica, mai personale!- con chi ha fatto di tutto per non far vincere Totò e la Lista “PER SAN PIETRO”, e in nome del ritorno a una “normalità” dal sapore, se non dall’ anelito latente, di una riappacificazione con chi ci ha condotto alla situazione odierna? Credo cioè che, non aver messo al centro, al di là dei programmi, “la vera posta in gioco” per la quale ridiscendeva in campo Totò dopo 22 anni, sia stata l’arma in meno e letale che non ci ha fatto fare quel balzo d’affluenza in nostro favore, e l’arma in più e ancora una volta vincente di Rizzo. L’occasione, anzi, l’occasionissima persa. Per questo ritengo che l’unica cosa che non dobbiamo assolutissimamente fare d’ora in poi, per non far morire già nella culla ogni possibilità di successo nel futuro, sia quella di ipotizzare la possibilità di una riunificazione con Art.1 locale, indipendentemente da quanto potrebbe, anche auspicabilmente, accadere a livello nazionale. Sarebbe la conferma finale per chi non ci ha votato. Anche perché il 10 giugno credo si sia giocato solo il primo tempo di una partita lungi dall’essersi conclusa. Come sanno tutte le dirigenze delle altre Liste, a cominciare da quella di Rizzo. La Lista “Per San Pietro” è una bellissima squadra e ha dimostrato sul campo di essere una buona base di ripartenza per un impegno civico disinteressato, che può e deve crescere serenamente nell’acquisizione di competenze riguardanti la cosa pubblica, intesa come bene comune. Questo insperato sano civismo va rispettato e coltivato, non tentando di costringerlo nella gabbia e nelle logiche di un partito che non esiste più da anni. Occorre al contrario allargare la partecipazione civica in un nuovo contenitore associativo della San Pietro che non vuole limitarsi a svolgere un compito di mera opposizione, costruttiva o meno che sia, ma che ambisce a costruire “il sogno di una Alternativa” politica e culturale a una concezione malata della politica, intesa come potere assoluto, riunendo in modo convincente e crescente quella maggioritaria base sociale rappresentata dalle Liste che non siano quella del restante 22%, anche se vanno catturati i voti d’opinione di sinistra anche di quel campo, non me se ne voglia, alquanto sinistro. Lo stiamo già vedendo ad esempio con le loro scomposte, quasi rabbiose, reazioni sull’ospedale e la REMS.! L’osso non lo molla(no). Che c’azzecca(no) con noi?! Ben altro discorso locale dotato di una fondata credibilità si potrebbe clamorosamente intavolare oggi se Art.1 non avesse presentato una Lista voluta, probabilmente anche all’insaputa delle legittime ambizioni della candidata a Sindaco, per sbarrare la strada a Totò e far perdere la Lista “Per San Pietro”!!! Si faccia molta attenzione. Non ci si illuda. Il pericolo è sempre e ancora dietro l’angolo, magari camuffato come sempre da esca momentanea, utile a riemergere da una contingente difficoltà che, superata, rivela il suo vero volto, sempre troppo tardi per chi abbocca. Non improbabile può essere lo sgretolamento, se non proprio lo sfaldamento, di nuclei politici che oggi appaiono solidi e che eventi imponderabili possono far entrare in crisi. “Per San Pietro” deve trovarsi preparata e pronta a costituire per essi il faro e la stella cometa dell’Alternativa. Altrimenti il nostro campo rischia di restringersi o di invogliare a una maggiore astensione, non di allargarsi. In politica, non accade quasi mai che la somma faccia il totale. Figuriamoci a San Pietro Vernotico! Ogni Resistenza che non sfoci in una Liberazione prepara sempre il ritorno della Restaurazione…di chi non se n’è mai andato, che ci possiamo ritrovare questa volta magari sotto forma di gonnella! Vogliamo “trovare un senso politico a questa storia…….o un senso non ce l’ha”?

Ernesto Musio

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