Fasano, archiviato il procedimento penale nei confronti di Raffaele Trisciuzzi

Il legale era stato denunciato per diffamazione aggravata dal sindaco Francesco Zaccaria durante il suo mandato da consigliere comunale

Il Giudice per le Indagini preliminari di Bari, dott.ssa Perrelli, ha definitivamente archiviato il procedimento penale per diffamazione aggravata nei confronti dell’ex consigliere comunale di Fasano Raffaele Trisciuzzi.
Il consigliere di opposizione era stato denunciato dal Sindaco Francesco Zaccaria il 10 febbraio 2020, per il reato di cui all’art. 595, commi 3 e 4 c.p. per aver detto, durante una intervista sull’emittente televisiva Canale 7, riguardante il contratto di appalto tra il Comune di Fasano e la società Tra.De.Co. relativo alla gestione dei rifiuti, le seguenti parole: “la procura ha indagato (…) ha attestato quello che io ho sempre detto fuori e dentro il consiglio comunale, ovvero che c’è una frode, questa frode è stata continuata con questa amministrazione con la proroga del contratto e con la transazione assurda, definita assurda anche dagli inquirenti, solo che sul banco degli imputati sono finiti solo i privati, a me risulta inspiegabile come sugli appalti pubblici si possa perpetrare una frode senza la compartecipazione del pubblico” e attribuiva a Zaccaria Francesco, sindaco del Comune di Fasano e all’amministrazione comunale di fatti non corrispondenti a verità; in particolare, instillava il sospetto che il Sindaco Zaccaria e l’amministrazione tutta fossero responsabili di condotte illecite, così offendendone la reputazione”.

Il procedimento è stato archiviato su richiesta del Pubblico Ministero Dott.ssa Morea, la quale ha accolto le ragioni di Trisciuzzi, assistito dal difensore avv. Vincenzo De Michele con le seguenti spiegazioni: “in ordine al delitto di cui all’art. 595 c.p. rileva che le argomentazioni svolte dall’indagato in sede di memoria difensiva depositata a seguito di avviso di conclusione delle indagini preliminari inducono a riconsiderare i fatti di causa e a ritenere, melius re perpensa, che non sussistono elementi idonei  a sostenere l’accusa in giudizio.

L’indagato fornisce la sua versione dei fatti e la supporta con copiosa documentazione allegata.
All’esito di tale ricostruzione si ritiene ultroneo l’esercizio dell’azione penale non potendo giungersi in sede dibattimentale a dimostrare che il reato sussista, quantomeno sotto il profilo psicologico
”.
L’ex consigliere comunale, non ricandidatosi nell’ultima tornata elettorale, dichiara: “Si chiude un brutto capitolo della mia esperienza amministrativa, segnata dal rischio di imbavagliamento della mia attività politica e informativa. Il paradosso di questa vicenda è che durante il mio mandato denunciavo quanto ritenevo malamministrazione, sperpero e possibili frodi; tutto con fiumi di documenti, interventi, atti e verbali dei consigli comunali, che testimoniavano la mia buona fede e che ho depositato. 

 Il Sostituto Procuratore della Repubblica ed il Giudice per le Indagini preliminari hanno esaminato attentamente gli atti e sono pervenuti alla archiviazione.

Ricevere una denuncia proprio dal Sindaco, per poche parole dette in una diretta TV, invece di essere supportato, è stata mortificante per la mia esperienza politica, ma adesso è sicuramente incoraggiante per l’affermazione del diritto di critica e per la libertà di parola, sale di ogni democrazia.

Altrettanto sicuramente incoraggiante deve esserlo per il Sindaco e per l’Amministrazione Comunale, a favore dei quali la Giustizia ha sancito che non volevo, sicuramente, accusarli di fatti non corrispondenti a verità, così come descritto nel capo di imputazione.”

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