Secondo esito positivo al Tar Lecce per le strutture ricettive di Fasano per il contenzioso che li vede in prima linea contro l’Amministrazione comunale. Sul nuovo ricorso di Federalberghi Brindisi difesa dal legale di fiducia della federazione Avv. Giulia Di Pierro, il Tribunale Amministrativo Regionale ha annullato le nuove tariffe dell’imposta di soggiorno 2021 del Comune di Fasano. La vicenda prende le mosse dalle rimostranze degli albergatori di Fasano che, in un periodo di gravissima crisi del settore dovuta alla pandemia da covid-19, in costanza di una drastica riduzione della loro attività economica, hanno visto aumentare significativamente le tariffe dell’imposta di soggiorno in maniera arbitraria ed irragionevole. Tale aumento è avvenuto senza in alcun modo considerare il mercato di riferimento su cui tali tariffe impattavano, trascurando i principi costituzionali e di legge che sottendono a questo prelievo. Il Tar ha accolto le censure di irrazionalità sulla suddivisione dell’imposta di soggiorno nei vari periodi dell’anno, di carenza istruttoria e di sviamento di potere nell’azione amministrativa. “Le strutture avevano giustamente lamentato una serie di illegittimità nella gradazione tariffaria dell’imposta. In particolare l’Amministrazione comunale di Fasano ha dimostrato insensibilità alle gravi problematiche che deve affrontare il settore della ricettività, laddove il Comune può far fronte alle proprie esigenze di bilancio attingendo ai cospicui fondi statali anche stanziati per l’imposta di soggiorno, messi a disposizione dallo Stato per tutti i Comuni”, spiega Pierangelo Argentieri, presidente di Federalberghi Brindisi. Il confronto con la pubblica amministrazione, nonostante le buone intenzioni degli albergatori è stato sempre difficile. Gli operatori turistici nel corso degli ultimi anni si sono spinti addirittura ad organizzare, per la prima volta nella storia, una manifestazione di protesta in piazza Ciaia che poi ha registrato la presenza di centinaia di persone. Un modo civile per contestare l’operato dell’Amministrazione Comunale. Nemmeno il Tavolo tecnico che doveva prevedere riunioni periodiche è mai partito bloccando di fatto la possibilità di utilizzare gli introiti per il settore turistico “Oggi, a conferma delle nostre tesi arriva anche questo secondo pronunciamento del Tar a conferma che i criteri ed il prelievo applicati dal Comune non sono legittimi”, conclude Argentieri.