Festa di Sant’Oronzo: il culto dei tre Santi fra religione e tradizione

La festa patronale di Sant’Oronzo a Lecce è uno degli eventi più attesi e sentiti per la comunità locale, tre giorni che uniscono devozione, tradizione e folclore e che, in un certo senso, chiudono la stagione estiva. Ogni anno, il 24, il 25 e il 26 agosto, la città di Lecce e tutta la comunità salentina celebrano il Santo patrono, Sant’Oronzo, insieme a san Giusto e San Fortunato, gli altri due Santi protettori.

Il culto della festa ha radici profonde nella tradizione e nel culto della città risalendo al XVII secolo, quando Sant’Oronzo, stando al culto popolare, salvò Lecce dalla terribile epidemia di peste che affliggeva la città. In segno di gratitudine, i cittadini decisero di erigere una grandissima statua in suo onore e di dedicargli una festa che, da allora, si ripete ogni anno.

Il santo è spesso raffigurato con la mano destra sollevata e con tre dita estese: il pollice, l’indice e il medio, il gesto rappresenta una benedizione ma anche una profonda valenza teologica, quella della trinità venerata dai credenti devoti leccesi, Giusto e Fortunato, ma anche Padre, Figlio e Spirito Santo.

La benedizione con tre dita richiama la fede trinitaria e il potere della benedizione divina e in questo contesto, Sant’Oronzo non solo benedice la città di Lecce e i cittadini, ma indica anche il ruolo di difensore della fede e protettore.

La celebrazione dura tre giorni (quest’anno ne sono stati previsti cinque, dal 23 al 27), con un ricco programma di eventi religiosi e civili: il 24 agosto si apre con la solenne processione che, dal Duomo, accompagna i credenti per le strade del centro storico portando con sé le statue dei tre santi, seguita da una messa nella Cattedrale di Santa Maria Assunta.

Le vie della città vengono decorate con luminarie spettacolari che creano un’atmosfera magica con giochi di luce unici nel loro genere: al centro della piazza principale dedicata al santo, le stesse luminarie creano una cupola dove si esibisce la banda locale.

Tutti e tre i giorni di festa sono invece dedicati alla fiera, un’occasione unica per scoprire prodotti tipici e artigianali con stand e bancarelle che espongono di tutto, dall’enogastronomia all’artigianato.

Tra le prelibatezze tipiche del santo, gli stand offrono dolci tradizionali come il pasticciotto e il bruttone (variante del pasticciotto stesso), la cupeta, croccante a base di mandorle e zucchero caramellato, ma anche specialità salate come la puccia, rustici e tantissimo altro.

La festa, tra luminarie, concerti bandistici, spettacoli pirotecnici e manifestazioni culturali è molto più di una ricorrenza religiosa:; rappresenta un momento di unità e condivisione per tutta la città di Lecce.

Aurora Lezzi

 

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