Il Movimento 5 Stelle di Brindisi ha preannunciato l’intenzione di presentare un ordine del giorno per proporre un referendum popolare tra i cittadini di Brindisi affinché possano esprimersi sullo spostamento della base navale della Marina Militare dall’attuale sede all’area di Capobianco.
Si è atteso che il “fuoco di sbarramento” si attenuasse per rispondere ai vari interventi che sono stati talvolta irriguardosi, pretendendo di dividere la città attaccando chi non si omologa al loro pensiero e ripetendo il solito superficiale ritornello per classificare chi dissente o propone cose diverse come “quelli che dicono sempre no a tutto”. E’ vero invece che si potrebbero classificare come coloro che suggeriscono soluzioni di uno sviluppo diverso, ma sempre di sviluppo del territorio si parla. Quindi sarebbe bene confrontarsi sui dati concreti, valutare insieme cosa sia più vantaggioso e portatore di crescita per la nostra Città, e non facciamoci irretire da un sistema affaristico e affatturare da frasi fatte.
E’ bene sottolineare che di tale proposta si discute da almeno 15-20 anni, quindi è nota da tempo e ha visto vari proponenti quali associazioni di cittadinanza attiva oltre a diverse personalità politiche e non vi è mai stato un attacco mediatico di tale violenza e tanto reiterato. Cosa è cambiato rispetto alle altre volte? Nulla! se non fosse che stavolta un movimento politico chiede di ascoltare la cittadinanza brindisina su tale questione, per un suo coinvolgimento. Si dice che la partecipazione sia una delle forme più alte della democrazia ma è evidente che a qualcuno fa paura. Possibile che sia così imbarazzante che i cittadini possano discutere di cosa sia utile o meno per la propria Città, e che anzi questo diritto venga impedito?
Non crediamo sia nemmeno il caso di mettere in discussione gli indubbi vantaggi che la città avrebbe riappropriandosi delle aree attualmente occupate dalla Marina Militare, solo posizioni preconcette negherebbero tali vantaggi.
Vi è, però, un’altra considerazione da fare. Tale questione essendo nota da anni rende ingiustificabile l’ignorarla, oltretutto era anche noto che il Sindaco Riccardo Rossi stava intessendo dei contatti preliminari con alcuni vertici della Marina per avviare il confronto su una nuova base navale. Quindi nel momento in cui un altro Ente pubblico, e sottolineiamo pubblico, (nel caso specifico l’Ente portuale) ha intravisto per quell’area altra destinazione, sarebbe stato corretto dal punto di vista istituzionale, aprire un raffronto tra i due Enti – come lo sarebbe per ogni decisione che implica lo sviluppo della città – per stabilire quale soluzione fosse la più conveniente per la città e il territorio. Confronto che non c’è stato e si è ben guardato di iniziare.
Riteniamo fondamentale che la cittadinanza sia sempre pienamente informata e resa partecipe e che le decisioni che influenzano lo sviluppo della Città, non siano prese tra alcuni “portatori di interesse” (stakeolders) quasi che la cittadinanza non sia parte interessata, ovvero che non possa essere considerata “stakeolder”.
A questo punto, si potrebbe aggiungere un secondo quesito al primo, sulla necessità di riappropriarsi dell’autonomia per il porto di Brindisi, staccandosi da quello di Bari. Si o No?
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