BRINDISI – Con una determinazione degna di miglior causa il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, con recenti interviste e notizie stampa, continua a sostenere che l’approdo del gasdotto TAP si sarebbe dovuto spostare di alcuni chilometri “più a nord di San Foca” e quindi sulla costa brindisina. Il governatore, in polemica con il Movimento 5 Stelle, aggiunge che tale trasferimento si può ancora fare “con un decreto legge che contenga tutte le autorizzazioni ambientali così da compattare i tempi” e invita il Presidente del Consiglio Conte a convocare “un tavolo tecnico con la partecipazione del Ministro dello Sviluppo Economico e di quello dell’Ambiente”.
Sembra invero incredibile che il Presidente Emiliano, ben consapevole dei guasti ambientali subiti dal territorio di Brindisi, continui a chiedere contro ogni regola di etica politica che l’approdo TAP sia spostato sul litorale di tale capoluogo. E lo faccia con l’esplicita motivazione secondo la quale un’area che ha già subito pesanti danni ambientali ne può sopportare altri secondo il provocatorio detto salentino “a casa bruciata metti fuoco”. Per non parlare delle ingenti spese (quantificate in circa due miliardi) che tale operazione comporterebbe.
Quale che siano le opinioni sull’effettiva utilità dell’opera e sulla validità del progetto di sviluppo sul quale si fonda (a suo tempo abbiamo già espresso al riguardo motivate riserve), dobbiamo ribadire che la procedura amministrativa per il rilascio della autorizzazione amministrativa è stata puntualmente ultimata e risulta corredata di tutti i necessari accertamenti ed anche delle soluzioni giudiziarie di alcune questioni sollevate . Ne consegue che l’insistere nel chiedere il trasferimento dell’approdo sulla costa brindisina non ha alcuna motivazione apprezzabile alla luce di quel pubblico interesse che dovrebbe essere la stella polare di ogni scelta istituzionale e di ogni comportamento politico.
Chiedere poi la convocazione di un tavolo tecnico per valutare il da farsi in vista di un fantomatico decreto di urgenza, il cui contenuto dovrebbe sostituire la prescritta e complessa procedura già espletata, appare davvero un’assurda pretesa destinata oggettivamente, a prescindere dalle reali intenzioni di chi la avanza, ad alimentare illusioni e proteste con un deprecabile inasprimento della lotta politica e dei prossimi confronti elettorali .
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