BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota del “FORUM AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO”.
Brindisi è tornata ad essere una città segnata da rapine a mano armata, gambizzazioni, conflitti a fuoco, furti, attentati, e atti teppistici. Un quadro preoccupante che sta a dimostrare come le positive operazioni di polizia di qualche mese addietro, per quanto meritorie, non sono bastate a contrastare adeguatamente un fenomeno diffuso e cronico da considerare, per la sua gravità, non dissimile da quelli che si verificano in alcune zone notoriamente “calde” del Paese.
Siamo convinti che le locali Forze dell’Ordine, entro i limiti imposti dalle disponibilità di uomini e mezzi, fanno nel migliore dei modi il loro dovere sotto la responsabile guida delle competenti Autorità . Ma i fatti dicono che questo non è sufficiente perché siamo di fronte ad un fenomeno criminale che , per la natura e la complessità delle cause che lo generano e lo alimentano, richiede organici e coordinati interventi sia sul versante della sicurezza pubblica che su quello socio-politico . Occorrono insomma misure speciali ed è il momento che la politica se ne faccia carico.
Nel campo della sicurezza si sta operando bene sul versante della polizia giudiziaria in chiave repressiva ma pensiamo possa farsi qualcosa di più per quanto attiene alla prevenzione perché le telecamere e gli altri strumenti tecnologici sono utili ma essenziale può rivelarsi il controllo personale da parte degli operatori delle Forze dell’Ordine. Ne consegue che andrebbe intensificato il controllo “fisico” del territorio sia attraverso la predisposizione di punti fissi di sorveglianza e sia mediante pattugliamenti mobili, incaricati di perlustrare l’intera città secondo piani con itinerari e zone quotidianamente variabili.
Una esigenza che continuiamo a segnalare convinti come siamo che misure del genere possono essere attuate pur con le limitate risorse disponibili e possono sortire un duplice effetto positivo: la riduzione immediata del numero di fatti delittuosi e il rafforzamento nei cittadini di quella sensazione di sicurezza che oggi è venuta purtroppo a mancare.
Ma è poi sul piano dell’impegno socio-politico che il problema della criminalità deve essere affrontato con la massima determinazione dalle Forze Politiche e dalle Istituzioni locali . Lo Stato centrale ha le sue responsabilità ma le Amministrazioni locali , ovviamente nei limiti delle loro competenze, possono adottare provvedimenti rivolti a favorire l’occupazione giovanile e a promuovere , d’intesa con la scuola e altre agenzie formative, percorsi di educazione a quella legalità che va considerata il “bene comune” per eccellenza in mancanza del quale tutti gli interessi collettivi rischiano di restare senza sostegno e senza tutela.