Le prime scelte compiute dal rieletto governatore Michele Emiliano, relativamente alla composizione della giunta regionale, rappresentano a un tempo un segnale di attenzione verso due settori, sanità e agricoltura, che richiedono un’azione di governo più incisiva e una risposta adeguata alle critiche ricevute dal centrosinistra nel corso della campagna elettorale appena terminata. E’ importante che, così come è avvento per questi due ambiti dell’amministrazione regionale, si colgano anche altri segnali che dal voto sono arrivati. In provincia di Brindisi il centrosinistra ha registrato delle difficoltà sulle quali ci siamo già soffermati in un precedente intervento, richiamando limiti e insufficienze sui quali è giusto che partiti, movimenti civici e rappresentanti istituzionali della nostra coalizione riflettano in queste settimane. Ma è innegabile che il risultato in terra di Brindisi sia anche il frutto della mancanza negli ultimi cinque anni di un ruolo nel governo regionale, che il pur importante impegno di alcuni consiglieri non poteva colmare del tutto. E’ necessario che anche da questo punto di vista arrivi nei prossimi giorni un segnale di discontinuità rispetto al recente passato. Quella di Brindisi è una provincia che presenta sfide enormi sul terreno della riconversione economica, della tutela della salute e dell’ambiente, della salvaguardia dei livelli occupazionali e richiederà nei prossimi anni un’attenzione straordinaria e l’impegno ad ogni livello, compreso l’esecutivo regionale, di personale politico capace e radicato nel territorio provinciale. La direzione del Partito Democratico della provincia di Brindisi, riunitasi nei giorni scorsi, ritiene che il PD, in qualità di principale partito della nostra coalizione, debba farsi carico di garantire ad ogni provincia almeno un rappresentante all’interno della giunta regionale, pur rispettando le prerogative del Presidente Emiliano nelle scelte da compiere. Non mancano nella nostra provincia e dentro il partito democratico risorse in grado di dare un contributo qualificante all’azione di governo nei prossimi cinque anni.