Franco Leoci: “Giuffrè? Non oso immaginarlo più brindisino di altri brindisini. Ecco perché…”

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo un intervento del dr. Franco Leoci.

Non ho condiviso quanto rappresentato nella lunga, articolata ed entusiastica nota con la quale il redattore di questa Testata ha voluto evidenziare la particolare oculatezza e capacità amministrativa del commissario prefettizio, dr. Santi Giuffrè, nel periodo dal maggio 2017 al giugno 2018 in cui ha gestito le sorti del Comune di Brindisi.                                                                                                                                                                   Ho, quindi, assunto l’impegno, non intendendo turbare il momento del ballottaggio elettorale, di precisare la opinione sull’operato del suddetto, che non conosco e non oso immaginare più brindisino di altri brindisini o eventuale futuro sindaco di questa città, con il dovuto richiamo ad alcuni provvedimenti adottati sì da poter affidare ad altri le obiettive riflessioni.

Il dott. Santi Giuffrè è un alto funzionario dello Stato in pensione, con un prestigiosa carriera svolta nell’ambito della Polizia di Stato ed è stato titolare di diverse Questure del Paese, sicchè per conseguenziale forma mentis ha inteso gestire il Palazzo all’insegna della trasparenza, ordine e legalità.

In questa ottica, funzione preminente ha assunto, come per legge, l’intero apparato burocratico, con in testa il vertice rappresentato dal nuovo segretario generale, divenuto parte attiva quale punto di riferimento di produzione di atti da sempre assunti in maniera autonoma dagli Uffici (normativamente l’organo esecutivo è responsabile di una illegittima delibera pur adottata su disposizione o pressione esercitata dall’organo di programmazione).                                                                                                             Ciò premesso, è accaduto, nel corso del periodo commissariale, di dover registrare una intensa attività di adozione di provvedimenti di straordinaria amministrazione, molti dei quali verosimilmente mai pensati dal gestore dell’Ente, ma ben noti all’organo di esecuzione che, nonostante la complessità, lungaggine e difficile lettura tecnica degli atti, ha ritenuto sottoporli a firma del commissario per acquisirne la validità giuridica. Orbene il richiamo di qualche deliberazione, nel quadro di un processo di sintesi e nella speranza di rendere comprensibile il linguaggio talvolta tecnico, potrebbe fornire una utile riflessione per la migliore analisi al fine di una prudente valutazione sulla vera identità dei risolutori eventuali delle problematiche cittadine.                                                                                                                                                                                       Quindi, va ricercato il significato da attribuire alla conoscenza di pochi e del solo organo commissariale il piano anticorruzione 2017, composto di ben 55 pagine ed in cui vengono evidenziate pressioni terze che incidono sulla regolare gestione dell’Ente. Va configurata la rilevanza politico-amministrativa dell’adozione del provvedimento commissariale n. 68 del l’8 marzo c.a. di ben 145 pagine, conosciuto da pochissimi e relativo al piano triennale anticorruzione. Le conseguenziali azioni prodotte dagli amministratori del Comune, salvo che i citati provvedimenti siano serviti solo per stima e ringraziamento agli autori materiali delle deliberazioni, non sono conosciute e, quindi, restano sulla carta. Certamente interessanti saranno le ragioni che hanno indotto il commissario, forse dopo laceranti considerazioni, di disporre urgentemente atti di indirizzo relativi a regolamentazione di organi comunali assembleari non senza acquisire le ragioni che solo oggi hanno consentito all’apparato burocratico di approntare la proposta deliberativa. Gli atti commissariali al riguardo, per esempio ,sul regolamento della Tosap, della Polizia Locale dell’organizzazione del settore Affari Legali ,non nascono dalla iniziativa di chi ha gestito l’Ente in questo ultimo anno, semmai dalla volontà della dirigenza municipale di dare seguito alle direttive impartite da tempo  dall’organo di programmazione.                                                                                                                                                               Sui provvedimenti di natura finanziaria ,premesso che tutti gli atti contabili che provocano movimentazioni di risorse di entrata o di uscita nel bilancio comunale hanno bisogno del visto di contabilità da parte del dirigente del servizio ed il più delle volte del prescritto parere del Collegio dei Revisori , opportuna appare la elencazione di pochi atti finalizzati ad evidenziare ipotesi di irregolarità contabile oltre ad enucleare possibili interventi per una sana e corretta gestione comunale. E’ evidente che al riguardo saranno sedi ed organi titolati ad esprimere i relativi giudizi, tuttavia non guasta rilevare che alcune deliberazioni presentano aspetti non in assonanza con la vigente normativa.                                                           Ora, tranquillizzata la comunità dalle rassicuranti dichiarazioni ribadite in occasione di fine mandato dal commissario Giuffrè e sub commissari circa la non allarmante situazione delle casse comunali , l’avvenuto ripiano delle pregresse e rilevanti perdite di esercizio della partecipata Brindisi Multiservizi e l’invito rivolto dagli anzidetti ai nuovi amministratori a guardare avanti con serenità nel rispetto della legalità e trasparenza , con oculatezza nelle spese e con invito a chiudere quanto prima le procedure di contenzioso giudiziario, sono possibili alcune più obiettive considerazioni.                                                                                                                                                                                Immaginando di poter cancellare i numerosi interventi ,resi nel tempo e sino a giorni addietro su organi di stampa circa la deficitaria situazione finanziaria del Comune e delle società partecipate, è sufficiente il richiamo all’attenzione dei sotto riportati provvedimenti per rilevare la inosservanza con la normativa vigente degli atti in parola. Per economia di spazio e tempo, alcune dichiarazioni sulle delibere che vengono citate risultano formulate in tono apodittico nella speranza che potranno essere oggetto di verifica da parte del rinnovato Collegio dei revisori e sopra tutto dall’Ufficio ispettivo del MEF (Ministero Economia Finanze). Permangono situazioni di criticità per il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, per delibere non ispirate ai corretti principi contabili sulla veridicità, attendibilità ed osservanza normativa sull’esatto impegno di spesa, per la redazione di atti privi di parere obbligatorio del Collegio dei Revisori reso successivamente e frettolosamente ed inviato in maniera irrituale all’Ente. Proprio su questo aspetto sono dovuti i chiarimenti alle complesse e delicate delibere commissariali datate 10 maggio c.a. ed in particolare a quella segnata con il numero 148 di modifica al DUP e al bilancio di previsione 2018/2020, laddove il mancato parere dei Revisori è stato regolarizzato dopo pochi giorni in regime di prorogatio dal vecchio Collegio pur in presenza dell’insediamento del nuovo. Ma l’osannato commissario assume il profilo di Stachanovic  per l’impegno lavorativo profuso, sia pure in maniera frettolosa, nella ultima giornata del suo incarico: in data 21 giugno risultano adottate alcune particolari deliberazioni il cui peso finanziario non può essere traferito ai cittadini nella probabile ipotesi di eventuali danni erariali. Pare di assistere in detta giornata all’assalto della diligenza per strappare provvedimenti ritenuti non rinviabili: particolare importanza viene attribuita alla delibera n. 61 di variazione di quella sopra indicata n. 148 di modifica al bilancio di previsione e DUP, non sembrano assunte sotto il profilo della trasparenza e regolarità gli atti nn. 60-63 e 62 relativi a debiti fuori bilancio e al di là delle irrituali attestazioni rese dall’attuale Collegio dei Revisori e, purtroppo, neanche la deliberazione n. 216, sulla monetizzazione di ferie per causa non imputabile al lavoratore, riveste gli estremi dell’urgenza.   Peraltro, di dubbia rispondenza sul piano della legalità e trasparenza amministrativa, sembrano i provvedimenti adottati fra i quali, giusto per esempio, la determinazione n. 51 del 21/12/17 di pagamento ai lavoratori ex Ecologica Pugliese a seguito di atti transattivi, la deliberazione n. 131 del 12/10/17 di nomina di un dipendente in rappresentanza del Comune per la difesa e chiusura transattiva di somme vantate da altri lavoratori a seguito di decreti ingiuntivi non impugnati, la delibera n.186 del 7/6/18 di prelevamento dal fondo di riserva, la vigenza del regolamento comunale di contabilità approvato e contenente una volta 139 articoli e un’altra 142.                                                                Resta, naturalmente, la mancata osservanza della prevista procedura nel caso di nomine extra Ufficio legale del Comune e la creazione dei debiti fuori bilancio per i numerosissimi casi di mancata impugnazione di atti giudiziari che determinano danni erariali non trasferibili ai cittadini. Sul piano, poi, della mera attività ordinaria dell’Organo commissariale non è evidenziata la motivazione dell’enorme contenzioso venutosi a creare, le azioni nei confronti di alcuni Uffici che non avrebbero dato o ritardato riscontro a note per atti di causa inviate dall’Ufficio legale, lo stato dei fatti in relazione alle gravi criticità sentenziate dalla Corte dei Conti nei confronti del Comune, al recupero di crediti certi ed esigibili vantati dall’Ente, all’inerzia dei lavori dell’Ufficio Controlli Interni, alla applicazione delle sanzioni per il mancato adempimento della relazione di fine mandato degli ultimi due sindaci. Ed infine e tralasciando le numerosissime delibere di ordinaria amministrazione rimaste in piedi per gli impegni riversati alla confezione di particolari provvedimenti come, uno per tutti, l’approvazione del piano esecutivo di gestione dettagliato integrato con il piano della Performance, è d’obbligo dare atto al commissario prefettizio per l’adottata delibera, con parere favorevole in prorogatio del vecchio Collegio dei Revisori, del rendiconto esercizio 2017, evitando …..- Quel rendiconto, approvato in assenza del documento sulla situazione patrimoniale, che influisce in modo rilevante sulla contabilità, non consente l’attestazione del la corrispondenza tra le scritture contabili e la situazione reale del patrimonio del Comune. Quanto significato, sia pure in maniera confusionaria e non organica per condizioni di spazio, ha il solo fine di provocare una più serena valutazione dell’operato commissariale, nonché di evidenziare, specie dagli ultimi atti adottati, il notevole peso lavoro che viene ereditato dagli organi comunali appena eletti.

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