BRINDISI – Enel: tutto da rifare.

La brutta battuta d’arresto di oggi, riporta Brindisi con i piedi per terra. Non riesce, quindi, ad allungare la scia di vittorie e costringe la squadra di Sacchetti a fare i conti con la realtà, recitando il mea culpa. Una realtà amara, perchè dissipa tutto ciò che di buono aveva fatto vedere sino ad oggi; eppure l’Enel sembrava controllare il match, nonostante abbia perso tre dei quattro periodi di gioco.

Brindisi paga sicuramente l’importante break bresciano di 0-10, in cui, onestamente, pare essa stessa la neopromossa. Sacchetti, nella consueta conferenza del venerdì, aveva detto di aver vinto partite che poteva perdere e perso partita che poteva, e doveva, vincere. Ecco, questa di oggi, in casa, contro una squadra che ha vinto un match su sei, era da vincere, a tutti i costi. E ci stava anche riuscendo. Ma, come al solito, negli ultimi dieci minuti proprio non riesce a dare quel colpo di coda alla gara ed ammazzarla.

Onore a Brescia, che ci ha creduto fino alla fine, superando quota 90 punti, dando, così, uno schiaffo a Brindisi.

L’Enel non doveva perdere i palloni che ha perso, come lo stesso coach ha dichiarato nel post-partita. Dal canto loro, però, i bresciani sono stati bravi ad uscire da una situazione difficile, ‘merito’ anche di una disattenta Enel, che non ha fatto della profondità il suo must, quest’oggi.

Certo, guardando i punti segnati, Brindisi può vantare quattro giocatori in doppia cifra, a differenza della Germani che ha solo tre. English (15), M’Baye (25), Joseph (13) e Scott (18) evidentemente non sono bastati. Goss non ha dato l’apporto delle ultime gare e calo psico-fisico sul finale. Anche i tiri da tre mancati hanno influito sul risultato. Brescia ne segna tre in più ed ecco qui gli 8 punti di scarto. Non solo. Enel difende malissimo, con il 69% di rimbalzi difensivi, contro l’80% di Brescia.

Probabilmente, è stato sbagliato anche l’approccio alla gara, dovendo affrontare una neopromossa non sono scesi in campo concentrati, forse. A dimostrazione che non ci sono partite facili, neppure quelle apparentemente tali. Bisogna sempre tenere alta la soglia della concentrazione ed essere cinici fino al suono della sirena che decreta la fine del match.

“Pensavamo di aver fatto un passettino in avanti, ma oggi siamo stati arruffoni”, ha dichiarato amareggiato Sacchetti a termine della gara.

Avrà ancora tanto da lavorare l’allenatore biancazzurro, colmando quei vuoti che hanno costretto Brindisi alla resa. Vuoti di natura tecnico-tattica, che nelle precedenti partita hanno mascherato bene con l’agonismo, venuto meno anche quello stasera.

Ora, i ragazzi di contrada Masseriola avranno una settimana di tempo per guardarsi in faccia, analizzare tutti i limiti mostrati quest’oggi e fare bene già nel prossimo match, ancora in casa, contro Cantù.

Foto di Gianni Evangelista

Tommaso Lamarina
Redazione

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