BRINDISI – Il Consigliere comunale Mauro D’Attis ha chiesto d’istituire una commissione consiliare speciale sui rifiuti, in modo da studiare approfonditamente le cause che portano i brindisini a pagare la Tari più alta d’Italia.

In realtà, nei cassetti comunali vi è già una mozione d’iniziativa popolare presentata dall’associazione ‘Brindisi is you’, che approntò e si vide finanziato dall’Anci un progetto sperimentale per l’introduzione in città della ‘tariffa puntuale’. D’Attis, come consigliere Anci, venne a conoscenza della vicenda e si spese per agevolare l’inizio di tale pratica, della quale, però, non se n’è saputo più nulla. Ciò, almeno fino a quando non ci si è trovati davanti al capitolato d’appalto vinto dalla Falzarano, nel quale si fa riferimento proprio alla volontà di introdurre la tariffa puntuale attraverso una raccolta porta a porta e dotando i secchielli di un transponder col quale rilevare la quantità d’indifferenziata smaltita dal singolo cittadino. Questa soluzione, già introdotta anni fa dal Comune di Trento, permette di pagare una tassa sui rifiuti rapportata alla produzione d’indifferenziata e non più alla volumetria del proprio appartamento, responsabilizzando ed incentivando così ogni cittadino a differenziare attraverso forme di premialità dirette.




Purtroppo ciò non basta per risolvere il problema ed incidere sui costi variabili, che a Brindisi schizzano a percentuali nettamente superiori alla media. Infatti, non è così semplice introdurre tecnicamente la tariffazione puntuale ed evitare che vengano aggirate le regole: vi è bisogno di una costante attività di controllo, cosa che storicamente difetta a queste latitudini. Inoltre, ad incidere sui costi variabili vi sono fattori che al momento sfuggono al potere comunale, tra questi la condizione delle discariche finite sotto sequestro, che costringono a compiere viaggi fuori porta per le operazioni di smaltimento.

Altro problema sul tavolo riguarda il rapporto con l’Ecologica Pugliese, mai disciplinato contrattualmente e per questo sfuggente agli ordinari poteri impositivi in capo ad una pubblica amministrazione. La scarsa qualità del servizio offerto dall’azienda barese ha fatto crollare ancora maggiormente la percentuale di differenziata, creando le condizioni per un ulteriore aggravio di costi dovuto all’applicazione dell’aliquota massima della tassa speciale regionale (ecotassa), introdotta per punire i Comuni che producono una percentuale di indifferenziata particolarmente alta.

Tutti questi temi sono notori, e non abbisognerebbero di una commissione speciale per conoscerli. Un argomento che invece potrà essere oggetto di approfondimento da parte di questa commissione speciale è quello suggerito dal prof. Magno in un suo lavoro, nel quale si domandava se davvero convenisse approntare un servizio di raccolta differenziata a Brindisi. I motivi per avanzare tale interrogativo sono legati alle seguenti questioni.

Nel ‘Piano finanziario’ calibrato sul servizio di raccolta differenziata gravano gli alti costi scaturenti dalla superiore manodopera necessaria. Se si effettua una differenziata incentrata sul ‘porta a porta‘, ad esempio, il costo della manodopera impiegata nelle operazioni di svuotamento dei secchielli è superiore a quello necessario per il vecchio servizio effettuato mediante i cassonetti. Tali costi aggiuntivi, però, si recuperano conferendo meno indifferenziato nelle discariche. E proprio qui sorge il problema. Per come è endemicamente difficile ottenere apprezzabili risultati in città, è conveniente per i cittadini predisporre un servizio di raccolta differenziata che poi non riesce a stornare sugli stessi gli attesi benefici a livello economico e di decoro urbano?

A Brindisi, poi, i ricavi provenienti dalla vendita o dal riutilizzo del materiale differenziato sono irrisori. La città, infatti, non si è mai strutturata per trasformare i rifiuti in risorsa, cosa che potrebbe avvenire soprattutto con lo smaltimento della frazione umida/organica negli appositi impianti. Anche le condizioni stabilite, ad esempio, dal ‘Consorzio nazionale degli imballaggi’ e dall’Anci forniscono una conferma sull’antieconomicità del sistema così strutturato. Infatti, tale Consorzio trasferisce le somme ricavate dalla differenziata effettuata sugli imballaggi soprattutto alle aziende che svolgono il servizio: pertanto, il Comune non ha nemmeno la possibilità di utilizzare tali entrate per abbattere il costo della Tari.

Pensate che, secondo uno studio, a livello di costi il punto di equilibrio per un Comune si raggiunge con il 62% di raccolta differenziata, perché una raccolta ad una percentuale superiore comporterebbe costi di gestione troppo elevati, mentre una percentuale sensibilmente inferiore non varrebbe ‘la spesa per l’impresa’.

Mai avremmo immaginato che una città come la nostra, così infrastrutturata per chiudere in loco il ciclo dei rifiuti, si potesse ritrovare in tali condizioni. Purtroppo, adesso, ci si è cacciati in un ‘cul de sac’ dal quale sarà fattivamente difficile uscirne. Nelle commissioni consiliari si può solo discettare di cose trite e ritrite, ma non se ne verrà mai a capo se si continueranno a perpetrerare le solite pratiche scorrette che spesso, in questa città, hanno valicato gli steccati della legalità.

 

 




Andrea Pezzuto
Redazione

1 COMMENTO

  1. Caro Andrea, le tue analisi sono sempre molto puntuali e razionali. Nel caso del mio suggerimento ( della qual cosa ti ringrazio) e’ necessario un impegno totale nel fare solo la raccolta dell’umido che eviterebbe di contaminare tutte le altre componenti del RSU, queste ultime quasi tutte recuperabili! La norma regionale DCD 296/2002 e smi permette, dopo triturazione preliminare e veloce bio essiccazione (14 giorni) di smaltire e/o portare a recupero la parte restante, fatto salvo che la matrice organica residuale sia minima e/o nulla!! (Opzione “T”). Per ciò che concerne lo scorporo di quanto raccolto in maniera differenziata e con scarico alfanumerico, mi permetto di ricordare che le sei isole ecologiche a scomparsa, da me progettate nel 2002 e realizzate nel 2006, sono munite di pesa e badge, con lo scopo della “premialita’” e sono trascorsi invano 10 anni!! Noi al sud siamo anche più capaci di altri ma, ormai sono certo, vi è una classe politica del tutto incapace di capire e realizzare!! Continua ad entrare nel merito dei problemi, persisto nel ribadire che tutti Voi state lavorando con professionalità.

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