In una location a dir poco suggestiva, quasi a rievocare un passato noto a pochi, ma dall’argomento attualissimo e spesso fenomeno sommerso, LE MALMARITATE di Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito hanno riscosso un enorme successo tra il pubblico ieri sera nella cripta della Chiesa di Santa Lucia a Brindisi.
Nel tempio, uno dei più belli e ricchi di storia della città di Brindisi, che in origine era un monastero femminile dove probabilmente le penitenti venivano dette “bianche” dal colore del loro abito, si è svolta una performance teatrale nata da una ricerca storica di Katiuscia di Rocco che ha introdotto lo spettacolo illustrandone i contenuti di questo studio.
Lo spettacolo, inserito all’interno della rassegna Voci, Luci & Ombre realizzata dal Teatrodellepietre e sostenuta da Enel, Associazione Maria Cristina di Savoia con il patrocinio di Arcidiocesi di Brindisi e Comune di Brindisi, inizia con la presentazione di Fabrizio Cito che con una citazione di William Sheakspeare recita così: “La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto del cuore per essere amata”.
E già questo inizio lasciava presagire che l’intensità emotiva della rappresentazione teatrale sarebbe stata il filo conduttore di un’ora circa di performance che Giampiera Dimonte, Roberta Lionetti, Sara Palizzotto e Stefania Savarese (accompagnate per tutta la performance da Chiara di Giorgio – violinista), ai piedi di un Marcantonio Gallo, uomo padrone delle quattro attrici che ridotte in miseria e private di ogni dignità e libertà, vivevano in casa come sequestrate dalla vita.
La performance racconta di queste donne che oltre che per vocazione entravano nei monasteri anche a seguito di un matrimoni non scelti, ripudiate, tradite, maltrattate dai mariti o dai padri o da chi ne fosse davanti alla società civile il “garante maschile” sfuggivano ad un’esistenza di rara durezza. La donna era privata di qualsiasi potere economico e giuridico, socialmente rilevante solo in virtù del matrimonio – sovente imposto – e della procreazione. Quasi sempre era analfabeta, e sottoposta all’autorità assoluta e spesso alla brutalità del marito, diventando facile capro espiatorio di ogni male.
Brutalità di un marito rappresentata egregiamente da un Marcantonio Gallo che, di spalle al pubblico, e fischiettando all’interno della cripta in un silenzio quasi surreale, interagisce quasi come fosse la loro ombra. Le voci delle attrici si incrociano perfettamente e con una eccellente sincronia durante tutto lo spettacolo tra urla, sussurri, risate e racconti in un susseguirsi di colpi di scena.
Particolarmente d’effetto, e non solo, la rappresentazione dello schiaffo simulata virtualmente dal “marito padrone” in un inaspettato ed assordante eco, che perfettamente sincronizzato tra le quattro attrici catapulta il pubblico in un silenzio dove l’eco stesso dello schiaffo lascia tutti in sospeso.
….”bastardo…bastardi….traditore…traditori…”…queste ed altre frasi riuscivano a creare un legame forte tra le attrici ed il pubblico, attento ed entusiasta della rappresentazione.
Fiore all’occhiello della serata e l’annuncio di una replica per l’8 marzo nella stessa location in quanto i due spettacoli di ieri sera sono risultati sold-out.
Fotogallery di Danilo Fornaro