Vi avevo promesso tempo fa qualche suggerimento di mostre fotografiche nel nostro territorio pugliese, ed eccomi qui a suggerirvi una mostra davvero interessante che narra un Salento che non c’è più.
In molti siamo convinti di credere di aver conservato tradizioni, usanze e modi di dire o di fare virgolettando frasi o applicando filtri simulando tempi non più attuali. Oggi però quello che resta nella memoria di ognuno di noi è sicuramente una immagine, una fotografia, un oggetto che nel tempo lascia un segno indelebile nelle menti e nelle coscienze di ognuno di noi.
Ed in più vi avevo promesso con il titolo del mio blog “non solo foto” di riportarvi in una dimensione che va oltre una “semplice” fotografia. Ed oggi lo faccio con “Guardami” la mostra fotografica di Michele Piccinno, di origini salentine, ma di adozione trevigiana, allestita negli spazi del Must, Museo storico Città di Lecce, dal 22 aprile al 12 maggio 2017 con la curatela de Il Raggio Verde in collaborazione con Monica Taveri.
La mostra comprende venticinque scatti, rigorosamente in bianco e nero, per raccontare un Salento che non c’è più. Forse. La devozione di un’anziana donna raccolta nel silenzio di una stanza che diventa essa stessa manifestazione di fede: la corona del rosario che pende dal letto, il rametto di palma alle pareti adornate di immagini sacre, la scultura della Vergine sotto una campana di vetro, di quelle che non si vedono quasi più. Volti di bambini colti nel momento del gioco, in strada o nel mare sono l’espressione di un’infanzia dimenticata, momenti di vita contadina racchiusa nella semplicità di gesti come attingere acqua da una vasca per dissetarsi e dissetare la propria terra, uomini che imbiancano di calce i muri delle case o intenti a pescare, un rito quotidiano cui non si sottrae neanche il parroco del paese. Sono solo alcune delle suggestioni che suggeriscono le foto di Michele Piccinno e racchiuse nel libro fotografico, curato da Bruno Barillari nella collana “Libri di fotografia” edita da Il Raggio Verde. Un viaggio a ritroso nel tempo che evoca situazioni e momenti di vita autentici, uno sguardo quello del fotografo che si incrocia tra le pagine del libro con le parole cucite, come un prezioso ricamo dalla scrittrice e giornalista Lucia Accoto nel miniromanzo che fa da didascalia alle stesse foto. Un’immersione nell’immagine che diventa suono e racconto di vita.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, tranne il lunedì, con orario 12-19.
Cenni biografici – Nato a Bari nel 1948 da genitori salentini, Michele Piccinno ha vissuto fino all’età di ventiquattro anni ad Alezio (Lecce). Nel 1972 si trasferisce per lavoro a Treviso, dove tuttora vive. L’incontro con la fotografia, lo porta a studiare, da autodidatta, e ad occuparsi di quella che è ancora oggi una sua grande passione. Partecipa a mostre collettive e concorsi nazionali e internazionali, aggiudicandosi il primo posto al concorso Rai indetto dalla trasmissione “Flash” condotta da Mike Buongiorno e “Il Fotoamatore”. Tra maschere e schermi televisivi rovesciati anticipa il disagio e la solitudine dell’uomo contemporaneo che si aggira tra metaforiche stanze vuote. Nella sovrapposizione di scatti sintetizza il concetto di incomunicabilità utilizzando il media comunicativo per eccellenza. Gli impegni lavorativi lo allontanano dall’attività fotografica. Nel 2013 riprende a fotografare. Nel mirino della sua reflex finisce tutto ciò che cattura il suo sguardo: architetture urbane, paesaggi, persone passando dal ritratto al minimal anche se predilige la street photografy. Libertà, emozione e ricerca dell’ambiguità e del grottesco così come degli aspetti che rimandano all’autenticità dei sentimenti sono le linee guida dei suoi scatti dove cercare – e ritrovare – anche “scampoli del suo Salento perduto”. Nel suo libro monografico Guardami, edito da Il Raggio Verde, è accompagnato dal testo che le suggestioni delle sue foto hanno suggerito alla scrittrice e giornalista Lucia Accoto, autrice e conduttrice di programmi Tv e ghost writer. È passata anche alla carta stampata come direttore responsabile dei periodici “Puglia da Vivere” e “Up! il Magazine”. Ha pubblicato Misteri e delitti nel Salento (Pensa, 2006) e per la casa editrice Il Raggio Verde i libri Mena (2014) e Caro Ulivo ti scrivo (2015).