BRINDISI – Il Comune di Brindisi prosegue nell’opera di recupero e fruizione dei beni in vista dell’arrivo dei crocieristi e sigla un Protocollo d’intesa con la Provincia per rendere accessibile, da aprile ad ottobre, il chiostro della chiesa di S. Paolo eremita, a fronte di una spesa pari a 3.000 euro per oneri di vigilanza e polizza assicurativa.
Il Commissario Straordinario della Provincia di Brindisi, dottor Cesare Castelli, l’8 ottobre del 2014 inaugurò il chiostro, annesso all’omonima chiesa.
Il complesso immobiliare, sito in piazza Dante, venne così restituito ad usi di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale dopo essere stato interessato da opere di consolidamento, recupero e restauro.
L’intervento fu avviato nel 2005 con la redazione di un progetto generale preliminare a cui parteciparono diversi professionisti: gli architetti, Maria Rosaria Cipparone, Antonio Manni, Cosimo Ricco, Carmine Specchia e l’ingegnere Antonio Summa. Alla progettazione definitiva, presero parte l’ing. Antonio D’Andrea, che si occupò della direzione dei lavori, e l’ing. Antonio Ciccarese.
Lo svolgimento delle attività di progettazione ed esecuzione dei lavori, nonché la gestione degli appalti, furono affidate ai due Dirigenti dell’Amministrazione provinciale, l’ing. Pasquale Fischetto e l’ing. Sergio Rini, quest’ultimo ancora in servizio.
La cura delle diverse fasi progettuali fu affidata all’arch. Luigi Resta, responsabile del procedimento.
Il complesso conventuale di San Paolo eremita fu edificato nel XIV secolo.
Circondato da giardini, occupava uno dei siti più belli e verdeggianti della costa brindisina, in posizione dominante sul mare del seno di ponente.
Il progetto generale ha previsto, preliminarmente, la rimozione di strutture e di sovrastrutture che falsavano l’organizzazione spaziale di questa Architettura, consolidatasi lungo tutto il corso della sua storia.
Nella seconda fase il progetto ha affrontato l’individuazione delle opere necessarie al vero restauro dell’edificio. I principali interventi realizzati hanno riguardato il consolidamento parziale e la reintegrazione di lacune di muratura nelle pareti e nei pilastri, la ricostruzione parziale della muratura delle volte e il restauro conservativo, previa pulitura, di tutti i manufatti o elementi decorativi in pietra, stucco, calcestruzzo armato, legno e ferro.
Inoltre, sebbene non previsto nel progetto originario, sono state effettuate esplorazioni archeologiche, risultate indispensabili vista la particolare stratigrafia del suolo.
Andrea Pezzuto Redazione |