I detenuti del carcere di Brindisi scrivono al Tribunale di Sorveglianza di Lecce: la lettera accorata

Al Tribunale di Sorveglianza di Lecce, a nome di tutti i detenuti della casa circondariale di Brindisi.
Poichè in questi giorni si è venuto a verificare il contagio nel carcere di Brindisi di un detenuto infetto da covid 19,che prima della sicurezza del tampone si trovava in sezione in contatto con molti detenuti, vi vogliamo far sapere che il nostro stato d’animo è agitato. Noi detenuti di Brindisi non vogliamo fare come nelle altre carceri, con manifestazioni violente ma ci stiamo relazionando tutti i giorni con il comandante, il direttore, gli ispettori, e tutti gli agenti i quali si stanno comportando con molta professionalità venendoci incontro alle nostre paure, ai nostri timori e ai nostri bisogni. Faccio presente che in questo carcere ci sono persone con pene sotto i 3/4 anni. Permessanti, semiliberi e art 21 che potrebbero uscire con l’ultimo decreto Cura italia. Lanciamo questo grido d’aiuto dal carcere di Brindisi perché non arrivano esiti delle istanze presentate tramite matricola e avvocati difensori. Noi detenuti sappiamo che non ci sarà un ‘libera tutti’ ma se queste istanze verranno accolte per lo meno ci sarà meno sovraffollamento, meno stress il quale non possiamo tenere a freno per molto tempo ancora perché con questa pandemia non si rischia la galera ma bensì la vita, cosa che stiami vedendo ai telegiornali tutti i giorni. I pensieri corrono alle nostro famiglie fuori: padri, madri, figli, mogli e tutti. Che gia non vediamo ai colloqui, i quali chiusi nelle proprie abitazioni senza lavoro, che serve al nostro sostentamento in carcere. La preghiamo dottoressa di accogliere il nostro grido di aiuto o per lo meno una risposta.
Cordiali saluti i detenuti del C. C. DI BRINDISI.

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