BRINDISI – “Questo tifo non si cura”: recitava così uno storico striscione affisso all’interno del PalaPentussuglia. Brindisi è una piazza umorale, bipolare, e gli arrivi di giocatori come Banks, Chappell e Gaffney, conditi dalle tre vittorie su tre partite in precampionato, ottenute dimostrando un grande piglio, non aiutano certamente a curare una malattia, quella dell’amore irrazionale per la propria squadra di basket, che nonostante un oggettivo raffreddamento registratosi negli utimi anni, arde sempre sotto la cenere, pronta a rimanifestarsi in forme acute ad ogni piè sospinto.
La vittoria del memorial Bertolazzi, dopo aver sconfitto le quotate Reggio Emilia e Virtus Bologna, ha ingenerato un entusiasmo nella tifoseria che adesso dovrà concretizzarsi sotto forma di numeri. A tal proposito, la settimana in corso rappresenterà il migliore termometro possibile: dalla risposta che giungerà dalla tifoseria, in termini di numeri e di entusiasmo, al memorial Pentassuglia ed alla presentazione della squadra presso la scalinata virgiliana si potrà avere maggiore contezza sui livelli raggiunti dalla “febbre da tifo”. Certo è che se anche le amichevoli con il Sakarya (domani a Martina Franca) e quelle in previsioni nel weekend nel memorial Pentassuglia dovessero confermare lo stato di forma della squadra, allora ci si attenderà anche un’impennata negli abbonamenti. Se è vero – infatti – che questo è solo basket estivo, e come tale lascia il tempo che trova, è altrettanto fisiologico che una squadra che si ‘sbatte’ nella maniera ammirata nelle prime uscite e che ha già lasciato intravedere un’identità precisa, gerarchie chiare ed una voglia di vincere spiccata, possa instillare nella mente di un tifoso la speranza di vivere una stagione oltre le previsioni iniziali.
Quello che sta destando maggiore entusiasmo nella tifoseria brindisina, tuttavia, è lo spirito dimostrato dai giocatori anche fuori dal campo, tema verso il quale – storicamente – i brindisini prestano grande attenzione. Se l’ammirazione della tifoseria verso Banks è cosa nota, così come risaputa è la tendenza a riscaldare i palazzetti di Gaffney (ed anche di Chappell), l’elemento che più di tutti sembra intrigare in queste prime fasi è John Brown III. Leggendo i commenti dei tifosi di Treviso (la sua ex squadra) ed ascoltando le dichiarazioni del d.s. Giofrè, che tratteggiavano il profilo di uno spirito indomito ed abnegativo e di un ragazzo d’oro, le aspettative sul lungo americano erano già piuttosto alte. Tuttavia, Brown – al momento – sta andando oltre le aspettative, sia in campo, dove spesso si ritrova a suonare la carica ai compagni e dove sta dimostrando una pregevole intelligenza cestistica sui due lati del campo, sia fuori dal rettangolo di gioco, dove la sua simpatia (ai suoi nuovi tifosi – per metterla sul goliardico – si presenta come “Giovanni Marrone”) ha già fatto breccia nel cuore dei supporters, che a Parma già intonavano cori scandendo il suo nome “italianizzato”.
La stagione sarà molto lunga, le variabili, come sempre, saranno infinite, ma la sensazione è che quest’anno i tifosi potranno godersi una Squadra che venderà cara la pelle su ogni campo, contro ogni avversario. Fossimo nei panni di un tifoso indeciso, un pensierino a recarsi allo store e comperare un abbonamento lo faremmo. Pensateci. Nel frattempo ci godiamo un bambino che disegna il suo idolo mentre afferra la coppa: per una volta non si tratta di un giocatore di calcio di chissà quale città, ma si tratta di un atleta che indossa la canotta della città di Brindisi. Anche da qui, in fondo, si parte per ricostruire una forte identità, che faccia sentire orgogliose le nuove generazioni delle proprie radici.
Andrea Pezzuto Redazione |
Forza “Giovanni” forza “Adriano” ??