Matteo Spagnolo è ufficialmente un giocatore di basket NBA. Nel draft 2022 è stato scelto con il numero 50 dai Minnesota Timberwolves . Un risultato che era nell’aria ma non scontato vista la agguerrita concorrenza . Un draft che parla italiano grazie anche alla prima scelta assoluta di Paolo Banchero voluto dagli Orlando Magic e Gabriele Procida scelto dai Detroit Pistons con il numero 36.
La storia di Matteo (nonostante i suoi 19 anni) parte da lontano. Era il 16 aprile 2016 e si giocava una partita Under 13 tra la Mens Sana Mesagne e Ceglie Messapica. Un ragazzino di Brindisi di nome Matteo Spagnolo realizzò ben 78 punti (su 86 totali) denotando capacità balistiche fuori dal comune. E non fu un caso perché ne rifilò altri 77 nella finale persa contro il Castellaneta per 88-81. Un predestinato per qualcuno che ad appena 14 anni è stato costretto ad abbandonare la sua città natale per approdare alla Stella Azzurra Basketball Academy di Roma , un vero campus dove studio e sport si conciliano condividendo sacrifici con ragazzi provenienti da tutta Europa. Matteo porta con sé i fondamentali appresi grazie agli insegnamenti di Rosaria Balsamo prima e dalla Mens Sana Mesagne poi e, con la sua solita caparbietà e determinazione, si mette in mostra nei tornei di categoria in tutta Europa vincendo spesso il titolo di MVP.
A soli 14 anni esordisce anche in serie B con la Stella Azzurra (la stessa società dove era passato Andrea Bargnani) dimostrando di avere talento da vendere e possibilità già di giocare con i più grandi. Nella vita di Matteo poi arrivano le attenzioni del Real Madrid che si assicura il cartellino del “predestinato” inserendo il ragazzo pugliese nella “cantera” dei blancos dove sono passati giocatori del calibro di Nikola Mirotic e Luka Doncic. Nel 2020, a 17 anni, anche l’esordio con la nazionale maggiore di Meo Sacchetti dopo aver vinto, l’anno precedente, un bronzo agli Europei under 16. Il gioiellino brindisino continua la sua crescita e – nella stagione appena conclusa – viene dato in prestito alla Vanoli Cremona di Lega A dove chiude con 27 minuti di media ed oltre 12 punti a partita. Un campionato da protagonista che gli fa vincere anche il titolo di miglior under 22 del torneo. Ora la chiamata che tutti speravano arrivasse: un sogno che si realizza nel basket professionistico americano dopo anni di sacrifici suoi e della sua famiglia. Un cammino che non sarà sicuramente facile ma Matteo ha dimostrato in questi anni che rimanere con i piedi per terra e lavorare sodo ha sempre prodotto ottimi dividendi. E sarà cosi anche stavolta!
Dario Recchia