BRINDISI – Il Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi chiude il “bilancio” di un anno d’attività con una serie di elementi di significativa novità. Uno tra tutti è rappresentato dal calo dell’andamento della delittuosità generale, con la flessione dell’11% dei reati commessi sul territorio provinciale rispetto al 2017.Nei 17 comuni della provincia su 20, dove l’Arma rappresenta l’unica forza di polizia a competenza generale, ha perseguito in quest’anno l’81% dei delitti commessi, con la percentuale dei reati scoperti che si è attestata al 27%, un dato importante se si raffronta con il rilevamento istat nazionale che è del 18,8% e quello regionale del 20,9 %. In particolare è da evidenziare la diminuzione generale dei reati predatori segnatamente i furti e le rapine, con una diminuzione dell’11% dei furti e del 14% delle rapine rispetto all’anno precedente. Riguardo alle rapine l’Arma ha proceduto per il 66% di quelle commesse scoprendone il 28%, con 69 rapinatori arrestati. Anche l’attività antidroga ha fatto registrare positivi risultati con 239 arresti e 340 Kg di stupefacente sequestrato. Inoltre si é avuto un aumento dei soggetti assuntori segnalati al Prefetto, il 35% in più rispetto allo scorso anno. Importante al riguardo l’attività di contrasto profusa vicino agli istituti scolastici per infrenare la diffusione delle sostanze psicotrope tra le giovani generazioni, nonché l’impulso al fenomeno delle “stragi del sabato sera” le cui vittime si annoverano soprattutto tra i giovani assuntori di droghe ed alcol. In merito proficua è stata la collaborazione dell’ASL che ha allestito in supporto alle pattuglie dell’Arma, laboratori mobili sui principali assi viari per effettuare speditivi accertamenti finalizzati alla verifica dello stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di stupefacenti.Anche l’attività nel campo delle misure di prevenzione finalizzata ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati ha fatto registrare importanti risultati. Costante è stata la determinazione nel perseguire i reati che hanno avuto le donne vittime di condotte persecutorie, violenze e soprusi in ambito domestico, sui luoghi di lavoro, e in altri ambiti, alle parti offese è stato assicurato di concerto con l’Autorità Giudiziaria, protezione ed assistenza, assoggettando gli indagati a misure limitative della libertà personale . Particolare riguardo è stato rivolto alle persone anziane maggiormente esposte alle insidie e ai raggiri, con la campagna di “comunicazione di prossimità” effettuata nelle parrocchie, uffici postali, circoli vari e luoghi di aggregazione, finalizzata alla prevenzione delle varie forme di truffa di cui sono vittime.L’attività preventiva espressa complessivamente sul territorio ha fatto registrare 37.000 servizi nel corso dei quali sono state identificate 132.117 persone e controllati 88.471 mezzi. In merito al contributo alla formazione della “cultura della legalità”, cioè la possibilità concreta di incontrare, informare e confrontarsi con i più giovani su tematiche di rilevante attualità, ufficiali e sottufficiali dell’Arma nell’anno scolastico 2017/2018 hanno effettuato 85 conferenze presso 45 istituti a cui hanno partecipato 9000 studenti. Nell’anno scolastico in corso 2018/2019, ad oggi sono state effettuate 26 conferenze presso le scuole della provincia a cui hanno partecipato 4970 studenti. Nel novero delle attività condotte dai Reparti del Comando Provinciale, di rilevanza è stata l’indagine della Compagnia Carabinieri di Brindisi sfociata nell’esecuzione il 15 marzo 2018 di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone (9 associati in carcere e 2 all’obbligo di dimora), responsabili a vario titolo dei reati di illegale detenzione e porto in luogo pubblico di arma da guerra del tipo kalashnikov e di arma comune da sparo, danneggiamento seguito da incendio, violenza privata, sequestro di persona, rapina, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, favoreggiamento personale. I fatti sono riconducibili agli scontri dell’autunno del 2017 in Brindisi, allorquando due fazioni si sono fronteggiate con una serie di attentati e ferimenti con armi da fuoco, tra cui kalashnikov. Su molti episodi riguardanti gli scontri a fuoco, erano già stati emessi due provvedimenti dell’A.G. a carico di 9 persone, sfociati recentemente in pesanti condanne. Importante è stata anche l’attività condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Brindisi e della Compagnia di Francavilla Fontana, in Oria e Brindisi, che il 24 maggio scorso ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere fondata sulle risultanze investigative rassegnate dall’Arma nei confronti di Tamburrini Patrizio 36enne, dimorante in Oria, e Tramontano Vincenzo 19enne, residente in Latiano, meglio conosciuto come “Vincenzo il napoletano” per via delle sue origini, ritenuti responsabili in concorso tra loro di 12 rapine in attività commerciali fra dicembre 2017 e lo scorso aprile, che hanno fruttato un bottino complessivo di quasi 20mila euro. Nove rapine sono state commesse in provincia di Brindisi: Torre Santa Susanna (3 eventi), Cellino San Marco, Villa Castelli, Erchie, Francavilla Fontana, San Michele Salentino, Carovigno e tre in provincia di Taranto: San Giorgio Jonico, Uggiano Montefusco e Grottaglie. In tutti gli eventi un punto fermo è stata l’autovettura utilizzata dagli indagati per la fuga dopo la commissione delle rapine, una Nissan Micra di colore grigio che ha rappresentato una costante;Sempre per quanto concerne il contrasto ai reati predatori significativa è l’attività definitasi il 19 giugno 2018 quando i Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, rispettivamente in carcere e ai domiciliari, sulla scorta delle risultanze investigative prodotte dai Carabinieri della Stazione di Oria, nei confronti di 10 persone (7 ristrette in carcere, 2 agli arresti domiciliari e una all’obbligo di dimora), di cui 4 recidive perché già condannate a giugno 2017 complessivamente a oltre 25 anni di reclusione per gli stessi reati, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di svariati furti in abitazione e di auto-motoveicoli, nonché ricettazione dei relativi pezzi di ricambio ed estorsioni (soprattutto compiute con il metodo del c.d. “cavallo di ritorno”), commessi fra il febbraio 2017 e il marzo 2018 a cavallo delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. È di questi giorni, la sentenza del G.U.P. del Tribunale di Brindisi che ha condannato, con il rito abbreviato, De Michele Maurizio alla pena di 9 anni e 2 mesi di reclusione, Cera Michele alla pena di 9 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione, Darimadea Emanuele alla pena di 3 anni e 10 mesi di reclusione, Castrovillari Giuseppe alla pena di 3 anni e 10 mesi di reclusione, Sasso Salvatore alla pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione e Galluzzo Antonio alla pena di 8 mesi di reclusione; i predetti hanno beneficiato dello sconto di 1/3 della pena per la scelta del rito, gli altri indagati hanno optato per essere giudicati con il rito ordinario;Riguardo l’attività di contrasto allo spaccio di stupefacente, l’indagine della Compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni ha portato il 18 luglio 2018, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di 15 soggetti (6 in carcere e 9 ai domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di reati in materia di armi e contro il patrimonio (prevalentemente furti in abitazione);ed ancora il 17 novembre 2018 i Carabinieri della Compagnia di Brindisi che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di 6 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante specifica di averne commercializzato ingenti quantità. Oltre 250 kg di marijuana e mezzo chilo di cocaina sequestrati durante le indagini. Sono stati i primi in ambito nazionale a escogitare l’originale ed efficace sistema di trasbordo di ingenti quantitativi di stupefacente dalle coste albanesi al Salento, inserendolo nei tubolari di un gommone, unitamente ad alcuni diffusori di essenze profumate al gelsomino per eludere il fiuto dei cani antidroga.