Ho aspettato parecchio prima di intervenire (nuovamente ahimè) sulle note condizioni di salute economico finanziarie del Comune di Brindisi, dopo la dichiarazione dello stato di disequilibrio, perché speravo di essere smentita da fatti. Per questo ho chiesto spiegazioni agli uffici e, purtroppo, la smentita non è arrivata anzi, ho ricevuto tristi conferme.
La verità è che – ad oggi -, come da pec degli Uffici Finanziari in mio possesso, l’Amministrazione non ha predisposto alcuna bozza del piano di riequilibrio, di conseguenza continua a brancolare nel buio.
Non risultano, soprattutto, esserci indirizzi in termini di azioni da seguire, nonostante i ripetuti solleciti firmati dal dirigente responsabile del settore Servizi finanziari, costretto – malgré lui – ad aspettare risposte mentre il tempo passa. Stando alla normativa, il piano per il riequilibrio dei conti, va presentato entro 90 giorni alla Corte dei Conti a far data dalla deliberazione del Consiglio comunale. E se la memoria non mi inganna, la dichiarazione delle Assise è del 30 settembre scorso. Di tempo, quindi, non ce n’è molto. Quel che spiace constatare è che mancano gli atti, espressione di una precisa volontà politico-amministrativa. Non si può aspettare il miracolo. Santi non ce ne sono in terra, né ci sono bacchette magiche e c’è una grave situazione di squilibrio che va affrontata quanto prima.
A nulla sono servite le variazioni di bilancio che gli uffici finanziari hanno preparato per essere sottoposte al voto del Consiglio comunale il prossimo 26 novembre: è nella stessa bozza della delibera che si legge che “permane lo squilibrio complessivo causato da maggiori spese non finanziate e minori entrate che si è comunicato non verranno realizzate sino al termine dell’esercizio” : non credo vi possa essere avvertimento più forte !!!!
Prendo comunque atto del fatto che ci sono azioni in essere in due ambiti che val la pena di segnalare: il Comune intende decapitare o, se si preferisce, parcellizzare il servizio di riscossione dei tributi attualmente affidato alla società Abaco e intende procedere a una revisione dei capitolati relativi alla società partecipata Multiservizi.
In entrambi i casi, ci saranno inevitabili ripercussioni negative sui livelli occupazionali e sui contribuenti-cittadini e il perché è presto detto. Nel caso della società Abaco, è in atto l’iter per una nuova organizzazione delle riscossioni. Il che, a voler essere onesti, non è una novità dal momento che si tratta di una decisione della gestione commissariale: la delibera è del commissario Santi Giuffrè e risale (niente di meno che al) 14 giugno 2018. Evidentemente nulla è stato fatto sino ad oggi per dar seguito a quell’indirizzo. Ma non è questo il punto: il fatto è che, stando a quanto di legge in quella delibera ereditata dal sindaco Riccardo Rossi e dall’attuale Giunta e mai revocata, l’attività di riscossione verrà spacchettata e c’è il concreto rischio che persino gli importi dovuti per le lampade votive, vengano riscossi da Equitalia. Intanto, cosa succederà a quei lavoratori in seno ad Abaco, mantenuti dalle precedenti Amministrazioni?
Passando alla Multiservizi, si apprende della riduzione di quasi 600mila euro l’anno per il capitolato, dopo una riunione alla quale hanno partecipato i dirigenti dei diversi settori del Comune (socio unico). Appare evidente che il taglio avrà ripercussioni sulla società, sia in termini di minore entrate che in termini di mantenimento dei precari e potenziamento del personale, con la sola eccezione riferibile alla previsione di un direttore generale la cui onerosa figura è espressamente inserita nel nuovo statuto della partecipata, all’articolo 16.
In un contesto del genere, come possono i brindisini dormire sonni tranquilli?
L’ apprezzabile sforzo, che la consigliera compie nel voler richiamare secondo il suo punto di vista il non rispetto di norme e regolamenti nell’adozione degli atti comunali o la mancanza di concreti provvedimenti nella gestione dell’Ente, potrebbe cozzare con la sola ipotesi del voler apparire sullo scenario politico dell’interessata. Al fine di evitare detto pensamento, ma ancor più immaginando alla risoluzione dei problemi, oso suggerire alla stimata consigliera di rivolgere le sue inascoltate segnalazioni al seguente indirizzo: Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato- Ispettorato Generale di Finanza- Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica- Settore V Via XX Settembre 97 -ROMA
Brindisi 17/11/2019 Franco Leoci