CAROVIGNO – Il Comune di Carovigno ha emesso un’ordinanza con la quale toglie ai gruppi sbandieratori i luoghi destinati alle prove di musici e sbandieratori, che da oltre 50 anni portano avanti la tradizione della Bandiera di Carovigno. L’ente battitori ‘Nzegna, il gruppo sbandieratori Rione Castello, la compagnia dei Carvinati rimangono così senza un luogo dove effettuare la propria preparazione in vista dei numerosi appuntamenti che li attendono in giro per la Puglia e per l’Italia. La tradizione della bandiera a Carovigno ha origini antichissime, tanto da farsi risalire intorno al 1100. Ogni anno, in occasione della Pasqua ed in particolare del lunedì, del martedì e del sabato dopo la Pasqua, centinaia di figuranti tra cui sbandieratori e musici portano festa per le vie del paese annunciando La gioia del ritrovamento della grotta di Maria Santissima di Belvedere, scorrano l’immagine della Vergine fino ai luoghi della tradizionale battitura. I gruppi sbandieratori nascono dalla volontà di divulgare questa tradizione, di unire i ragazzi intorno ad un unico scopo, ad un unico obiettivo, per far sì che abbiano un punto di incontro all’interno della società. I gruppi sbandieratori sono da oltre 50 anni al servizio della città, raccogliendo intorno a sé grandi e piccoli che, attraverso l’arte della bandiera, hanno la possibilità di crescere con i valori puri dell’amicizia, della comprensione e della solidarietà. Il comune di Carovigno oggi tutto questo lo impedisce, impedendo di fatto ai ragazzi di compiere quello che il loro esercizio Quotidiano richiede, quell’esercizio che permette ai gruppi di confrontarsi con altre realtà di sbandieratori a livello nazionale o tenendo anche ottimi risultati e portando in giro con onore il nome dell’intera città di Carovigno che della bandiera ha l’emblema e si fa vanto in ogni occasione. Non in questa però, dove un atto che dovrebbe essere di tutela del cittadino si trasforma in una limitazione per i nostri ragazzi, che nel tamburo e nella chiarina trovano accordo e gioia. Un paese che non accetta i propri cittadini non è degno di essere chiamato tale, chi non conosce le proprie radici non può aspirare alla crescita. Oggi Carovigno è questo, un paese che dimentica la propria radice più profonda.
Lo scrivono i tre gruppi di sbandieratori di Carovigno.