Il cantautore Antonio Maggio, con etichetta discografica Mescal, vince la II edizione del “Premio Giorgio Faletti” sezione Musica emergente.

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E’ stato un weekend più orgoglioso del solito quello del cantautore salentino Antonio Maggioche ha condivisol’ambita targa da vincitore sui social. Nato a San Pietro Vernotico e cresciuto a Squinzano,ma già noto all’Italia per l’esordio in Tv con gli Aram Quartet al primo X-Factor nel 2007 e la vittoria da solista nella sezione “Giovani” del Festival di Sanremo nel 2013 con il brano “Mi servirebbe sapere”, scrive e canta in tutto il Paese un susseguirsi di inediti orecchiabili, dai testi ricchi di significato che si canticchiano volentieri come “Santo lunedi’”, “L’equazione” ed “Anche il tempo può aspettare” che lo consacrano, anche grazie a numerosi live, icona per quei giovani che credono nel talento senza abbattersi ed arrivano a pubblicare con successo le loro ispirazioni artistiche. Vincitore dunque del Premio dedicato all’artista scomparso “Giorgio Faletti” per la sezione Musica(Emergenti)al Teatro Alfieri di Asti la sera del 25 Novembre 2016 in compagnia del Big Gaetano Curreri degli Stadio, lo abbiamo “risvegliato” per una breve intervista sicuramente “spettinata”.

  • Mi servirebbe saperequanto è cresciuto Antonio Maggio esattamente dai tempi “Mi servirebbe sapere”?

Un bel po’. Com’è nella logica delle cose e della vita. Credo che in una carriera artistica, come d’altronde in ogni ambito, una partenza, una nuova uscita o un nuovo disco, rappresenti un gradino di una scala da salire. Con estrema attenzione aggiungerei perché si corre sempre il rischio di cadere all’indietro e rotolare giù dalle scale. Quindi credo che lungo questo percorso sia naturale crescere, provare ad ampliare il proprio raggio d’azione o semplicemente guardare qualcosa da un altro punto di vista.

  • Raccontaci un pò del percorso e delle persone che ti hanno portato a vincere questo ambito premio?

In realtà il percorso é stato abbastanza fulmineo. Meno di un mese fa Massimo Cotto, in rappresentanza del comitato scientifico per l’assegnazione del Premio Giorgio Faletti nei vari ambiti, mi ha informato che per la sezione musica ero stato scelto io. Il tema di quest’anno é stato “partenze e ripartenze” e nel mio cammino ce ne sono state diverse. É un premio che mi inorgoglisce molto, Faletti era un artista completo, a 360 gradi, e vedere il mio nome accostato al suo mi rende felice.

  • In tutta onestà, seguivi Faletti da cantautore e scrittore o lo hai approfondito solo oggi?

Certo che lo conoscevo. Negli anni ’90 ovviamente ero un bambino, ma già da piccolo, rimasi folgorato dalla sua “Signor Tenente” in un Festival di Sanremo. Poi, crescendo, ho imparato a conoscere e ad ammirare anche le altre sfaccettature artistiche di Giorgio, dai suoi romanzi ai film in cui ha recitato.

  • Credi ancora in tutto ciò che gravita attorno a Sanremo come trampolino di lancio e vetrina nazionale per consolidare il tuo seguito?

Il Festival di Sanremoé il palco più importante che esista in Italia. Io ci sono particolarmente legato, per me é stato un po’ il mio nido. É un amplificatore di tutto, di musica, di società e di cultura. Non a caso anche un personaggio come Giorgio Faletti, per rimanere in tema, ne ha preso più volte parte.

  • I Talent hanno fatto il boom. Tu hai partecipato ad uno dei primi con grande successo. E’ completamente scomparso il discorso dello scopritore di talenti di turno che frequenta le bettole o i locali meno conosciuti per scoprire dei gioielli ancora grezzi?

Diciamo che i talent-show hanno preso il posto dei talent-scout di una volta. É molto molto difficile che si venga notati da discografici in un locale, anche se l’attività live deve sempre restare un punto cardine per la crescita artistica, deve essere la base solida su cui cominciare a costruire. La famosa gavetta insomma: i tempi cambiano, le cose si evolvono, ma la gavetta va fatta sempre e comunque. Oggi le case discografiche hanno un rapporto molto stretto coi talent-show, da dove vi attingono nuove leve da produrre nel corso dell’anno. Il problema, semmai é che nella maggior parte dei casi ci lavorano solo un anno. C’è poca programmazione insomma. Ai ragazzi di una volta, fino a una quindicina di anni fa, si dava molto più tempo per crescere. Oggi di tempo se ne da poco. Il problema serio éproprio questo.

  • La dolcissima “Amore Pop” on air dal 4 novembre 2016 anticipa la produzione di un nuovo Album?

“Amore Pop” é l’antipasto di ciò che sarà il mio nuovo album, il terzo. Ci sto lavorando da un po’ di mesi in Toscana, assieme al mio produttore artistico Diego Calvetti. Sarà un disco importante, in cui vorrò far conoscere quel mio lato più intimo e riflessivo che probabilmente nei primi due album é stato un po’ offuscato in favore del mio lato più prepotente, vale a dire quello ironico. É arrivato insomma anche per me il momento di farmi conoscere a 360 gradi, come si diceva prima di Giorgio.

  • Salutaci con la frase di una tua canzone.

“Se parli male, menti. Se parli bene, menti”.

La redazione di Newspam.it augura ad Antonio un futuro ricco di successo e soddisfazioni, lo ringrazia per la disponibilità, stimandolo per simpatia ed umiltà, ingredienti cardine della sua personalità esplosiva che di sicuro lo porterà a vincere altri ambiti premi. Antonio Maggio, assieme ad altri artisti odierni, rappresenta come non mai il Salentoin Italia ed all’Estero. Per questo continueremo a seguirlo e aggiornarvi sulle sue news. Stay tuned!

www.antoniomaggio.net

https://www.youtube.com/watch?v=cJGNGZwda40

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Emanuele Vasta

 

Emanuele Vasta
Redazione

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