BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota del Forum Ambiente, Salute e Sviluppo.
Dovrebbe essere del tutto scontato che l’uso delle aree portuali debba essere riservato esclusivamente ad aumentare il traffico considerando che la sua crescita può incidere in modo significativo sull’economia non solo cittadina ma dell’intero territorio. Non si fa, quindi, un buon servizio agli interessi del porto e della collettività se con l’utilizzo di dette aree non si perseguono tali finalità.
Se per la realizzazione di Costa Morena sono state impegnate ingenti risorse pubbliche, dotando tale area di binari per collegamento ferroviario, è perchè la si è ritenuta strategicamente importante e fortemente appetibile per finalità logistiche e intermodali. Pertanto il suo uso, per scopi diversi da quelli sopra menzionati, può essere raffigurato, di fatto, come un danno per le attività portuali e conseguentemente per l’economia del territorio.
Il diverso utilizzo in questo caso, è l’uso dei piazzali come deposito per i tubi della società Tap (Trans Adriatic Pipeline). Infatti, per conto della Tap, la società Peyrani srl (impresa portuale), ha chiesto in concessione vaste aree dei piazzali di Costa Morena per lo stoccaggio delle tubazioni che dovranno servire per la realizzazione del metanodotto. Le aree occupate sono oltre i 50.000 mq (con una richiesta di aumento) e rappresentano molto più del 50% di quelle disponibili, non considerando ovviamente le aree di banchina, della viabilità e altro.
La concessione rilasciata, nel periodo di commissariamento, viene rinnovata annualmente ma pare ovvio che sarà protratta sino alla fine dei lavori del metanodotto. Il canone annuo stabilito è di €/mq.2,71 che appare, in considerazione dei vari servizi implicitamente inclusi, come ad esempio la guardiania, decisamente non adeguato. Ma tale aspetto è senza dubbio di secondo piano, poichè il vero cuore del problema è l’occupazione di uno spazio per usi inadeguati. E’ quindi importante liberare l’area in questione per riportarla nella disponibilità degli operatori per le attività per le quali è stata concepita e realizzata.
Si chiede, pertanto, al presidente dell’AdSP del Mare Adriatico-Meridionale, prof. Ugo Patroni Griffi, di rivedere tale situazione non rinnovando la concessione e rientrare nella piena disponibilità dell’area di Costa Morena negli interessi generali del porto, soprattutto in previsione della definizione della Zes (Zone economiche speciali).