BRINDISI – La notizia dell’approvazione dell’emendamento alla Legge di Bilancio con il quale si introducono le Zone Logistiche Speciali nei porti del Nord Italia ha creato forti malumori nel Mezzogiorno. Le Zls, infatti, rappresentano una variante delle istituende Zes, con l’unica differenza che non prevedono come queste ultime incentivi di natura finanziaria, ma solo semplificazioni di natura procedurale. Tale ultimo aspetto, però, almeno secondo il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale, Ugo Patroni Griffi, rappresenta il reale elemento attrattivo per gli investitori: equiparati i vantaggi tra i porti del Mezzogiorno e quelli del Nord Italia, secondo Patroni Griffi gli investitori, al netto del credito d’imposta garantito dalle Zes, sceglieranno questi ultimi, perché infrastturalmente più dotati e dunque logisticamente più appetibili. Abbiamo quindi chiesto al Senatore Salvatore Tomaselli, relatore del provvedimento introduttivo delle Zes, di tracciare le coordinate di quanto avvenuto in Parlamento.
“Penso che la norma doveva essere dichiarata inammissibile dal Presidente Boccia e dalla Commissione Bilancio della Camera, così come sono stati dichiarati inammissibili altri emendamenti di natura ordinamentale, perché la Legge di Bilancio prevede interventi solo di natura finanziaria”, spiega Tomaselli. “Mi meraviglio che il Presidente Boccia abbia gestito in maniera così tortuosa e poco felice tale passaggio: questa Legge di Bilancio è stata approvata in Senato in prima lettura in maniera ordinata ma poi è diventata un’assalto alla diligenza; sembravano gli ultimi giorni dell’Impero romano. In questo tourbillon di emendamenti di parlamentari del nord è rientrato anche l’emendamento delle Zone Logistiche Speciali, ma francamente trovo incomprensibile che tra i firmatari ci sia anche un parlamentare pugliese come l’onorevole Palese. Il testo originario, tra l’altro, prevedeva l’estensione delle Zes ai porti del nord: il Governo in questo è stato anche bravo a porre un argine ed a virare sulle Zls”.
Ha ragione Patroni Griffi a sostenere che le Zls depotenziano, se non annullano, l’impatto delle Zes sui porti del Mezzogiorno?
“Il ragionamento di Patroni Griffi non fa una grinza ed io lo condivido. Il Governo era in difficoltà perché la richiesta di allargare le Zes ai porti del nord è arrivata trasversalmente dalle forze di maggioranza e di opposizione. E’ stato sicuramente commesso un errore, perché all’inizio le Zes dovevano rappresentare una misura sperimentale, da applicare in un’area concentrata, ovvero nei principali porti del Mezzogiorno, e non da allargare a chicchessia. Adesso comunque non è il momento di fasciarsi la testa o di recriminare: bisogna passare alle vie di fatto ed accelerare l’istituzione delle Zes nei nostri porti. Il rischio che le Zone Logistiche Speciali possano depotenziare l’impatto delle Zes c’è, ma dipende anche da come le Istituzioni del Mezzogiorno agiranno: bisogna velocizzare i tempi non appena uscirà il decreto”.
Condivide la visione secondo la quale il reale elemento attrattivo siano le semplificazioni procedurali e non gli incentivi finanziari quali il credito d’imposta?
“Il credito d’imposta è rivolto agli investimenti incrementali delle aziende già insediate, ma soprattutto ai nuovi investitori: penso che la presenza di incentivi importanti di natura finanziaria sarà una discriminante che peserà nell’attrazione di nuovi investimenti. Le semplificazioni procedurali hanno come target di riferimento soprattutto le aziende già insediate, che possono ottenere un vantaggio competitivo rispetto agli investimenti che hanno già in cantiere o che possono immaginare di promuovere.
Le Zes, comunque, non vanno pensate né come la panacea di tutti i mali storici del Mezzogiorno né come una sciocchezza: ha sbagliato chi ha pensato entrambe le cose. La loro istituzione rappresenta una misura importante, innovativa, ed il suo valore risiedeva nella straordinarietà e nella eccezionalità della stessa: in questo senso, coerentemente penso che sia stata una forzatura quella compiuta alla Camera durante l’esame della Legge di Bilancio”.
A proposito di finanziamenti: a che punto è la valutazione ministeriale dei progetti presentati nei mesi scorsi dall’ASI e dall’Autorità Portuale?
“Posso anticipare che a gennaio si svolgerà la riunione risolutiva e vedremo in quella sede quali progetti verranno ritenuti meritevoli di attenzione”.
Il rischio concreto, però, è che la palla passi al prossimo Governo e che Brindisi si ritrovi a partecipare suo malgrado al classico “Gioco dell’oca”.
Andrea Pezzuto Redazione |
Il Sen. Tomaselli si dovrebbe vergognare di partecipare al “pianto del cigno” organizzato oggi sulle mancate occasioni!!! Quando invece gli investimenti della società cinese erano pronti e disponibili per il porto di Brindisi, cosa è stato fatto? Tutti zitti e far spostare la Zes al porto di Trieste dove la Serracchiani ovviamente ha ringraziato e incassato per avere oggi l’unico porto dell’adriatico in è operante una zona franca su tutto!!! E noi brindisini oggi ci dovremmo bere questi piagnistei? E basta per favore abbiate almeno il rispetto dell’intelligenza delle persone che spero sapranno riflettere sulle scelte da fare per le imminenti elezioni politiche. ….