Durante la pandemia, prima e seconda ondata, i riders sono diventati una categoria di lavoratori essenziali, ma quasi a nulla sono valse le denunce sulla scarsa attenzione da parte dell’ ”algoritmo” in merito alle condizioni di salute e sicurezza. Denunce ripetutamente sottovalutate da media nazionali, ma non dalla CGIL che ha continuato con forza e costanza a sostenere le lavoratrici e i lavoratori addetti alla consegna degli ordini sulle piattaforme.
La questione di base sulla vertenza dei rider è il loro inquadramento come lavoratori autonomi (senza diritti e tutele) mentre invece, lo sosteniamo da sempre come CGIL, sono di fatto dei dipendenti (o comunque dei collaboratori eterorganizzati con i diritti e le tutele del CCNL), da sempre ci scontriamo con l’associazione datoriale che, per inciso, si rifiuta di riconoscere persino i diritti sindacali e non si confronta con i sindacati più rappresentativi.
Oggi siamo davanti ad un bivio, dopo l’indagine che ha coinvolto nell’inchiesta le principali aziende di delivery che operano in Italia e che ha portato a sanzioni per 733 milioni di euro facendo emergere le condizioni di 60.000 riders e confermando le numerose denunce della CGIL sul mancato rispetto della normativa su Salute e Sicurezza da parte di molte aziende del settore food delivery. L’inchiesta entra anche nel merito della qualificazione del rapporto di lavoro, anche qui, confermando quanto portato avanti dal NIdiL CGIL nazionale in questi anni, non solo per mezzo dell’azione sindacale ma anche nelle aule di tribunale.
A questo punto i riders andrebbero assunti e messi sotto contratto, il contratto dovrebbe garantire tutele come compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno e festivi, oltre a coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali.
Riteniamo sia prioritario arrivare ad accordi capaci di rispondere all’esigenza di coniugare flessibilità e sostenibilità e di garantire un salario certo e dignitoso con un minimo orario garantito, un sistema premiante equo ed il riconoscimento di agibilità e diritti sindacali, fermando l’assurdo del free login che di fatto crea un esercito di possibili lavoratori ma che non garantisce a nessuno di loro il sostentamento e la dignità lavorativa, ma anche per combattere questo sistema di caporalato digitale che nel solco di buchi normativi ha prodotto del cottimo non più tollerabile.
L’azione di NIdiL Cgil Brindisi, con il supporto della CGIL di Brindisi e del suo sistema di servizi, proseguirà senza sosta a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e andrà avanti con la stessa forza e con lo stesso impegno che ci hanno portato fin qui, rimanendo accanto ai lavoratori che stanno rivendicando dignità, sapendo che è in corso una battaglia difficile e che sarà ancora lunga ma che il risultato dovrà necessariamente la conquista di diritti e tutele per tutti.
Per questo lunedì 1 marzo 2021 si terrà sul piazzale antistante la CGIL un evento dedicato ai Riders del territorio ed alle loro rivendicazioni.
Il Segretario Generale CGIL di Brindisi
Antonio Macchia
Il segretario Generale NIdiL CGIL Brindisi
Luciano Quarta