BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota del Pd sugli attacchi alla collega Tea Sisto.
E’ davvero vergognoso e triste che una persona scriva che una donna sia contenta che la stuprino o stuprino sua figlia, sua nipote e sua madre.
Siamo consapevoli che l’episodio debba ascriversi alla responsabilità penale di un singolo individuo, ed auspichiamo che alla denuncia che sarà presentata dalla giornalista possa seguire una sentenza esemplare che sia da monito a tutti coloro che, nella vita reale e sui social network, confondono la libertà di espressione con la licenza di offendere e minacciare i propri interlocutori.
Al contempo, però, non possiamo non evidenziare che la grave violenza verbale che ha colpito la Signora Sisto si inserisce a pieno titolo nel contesto dei numerosi episodi di intolleranza che stanno investendo la nostra comunità.
Ci preoccupa non poco la considerazione che tale fenomeno sia stato acuito da una bufala web cavalcata ad arte da chi, per proprio tornaconto elettoralistico, non ha trovato niente di meglio che fomentare i beceri e pericolosi istinti della xenofobia e dell’intolleranza sociale.
Sappiamo bene che la maggioranza dei residenti di tutti i quartieri di Brindisi, non si riconosce nella mentalità di chi, con l’alibi di una inesistente minaccia alla sicurezza di un rione, intimidisce un parroco che manifesta i precetti della fede ed augura lo stupro alle donne che hanno una visione diversa dalla propria.
Crediamo che il dialogo, il confronto e la forza delle idee siano i mezzi principali per ritrovare quel senso di comunità che si è temporaneamente sfilacciato e per rialzare il livello di coscienza collettiva che si e’ pericolosamente abbassato.
Nello stesso tempo, però, non rinunciamo all’azione politica per trovare le giuste risposte alle esigenze di tutte le persone e porre freno agli episodi di intolleranza ed inciviltà.
E chi fa politica ha il dovere di denunciare a chiare lettere l’inerzia e l’ipocrisia di tutti quei soggetti che oggi soffiano sul facile fuoco dell’aggressività e dell’odio razziale, religioso e politico ma che, quando hanno avuto in mano le chiavi dell’amministrazione della città, nulla hanno detto e niente hanno saputo fare per tentare di risolvere il problema di un dormitorio che si era ben presto trasformato in un tugurio abitato dal triplo delle persone per cui era stato inizialmente adibito.
Siamo convinti che la sfida politica che attende la nostra città si affronti in tutt’altro modo. Chi nasconde i propri fallimenti e le proprie responsabilità sobillando disagio sociale e malesseri personali ha già perso in partenza.