BRINDISI – Di seguito il racconto dettagliato della terza giornata al Paradiso fornito dall’Assessore Roberto Covolo.
“MI sveglio di buon’ora e vado a recuperare il furgone gentilmente in prestito dalla CGIL di Brindisi: la passeggiata di quartiere si annuncia numerosa e dobbiamo muoverci assieme.
Oltre a me e Daniele, ci sono l’Assessore all’Urbanistica Dino Borri, l’Assessore ai Lavori Pubblici ElenaTiziana Brigante, la Dirigente dell’Ufficio Tecnico Marina Carrozzo, la funzionaria dell’Ufficio Tecnico Marcella Marangio, la funzionaria dell’Ufficio Programmazione Economica Marcella Cappello.
Obiettivo della giornata è effettuare una ricognizione partecipata delle aree del quartiere Paradiso che saranno interessate dagli interventi di rigenerazione urbana promossi dal Comune e di ristrutturazione delle palazzine promossi da ARCA Nord Salento.
Prima tappa Parco Bove, un angolo della città di Brindisi all’ingresso del Quartiere Paradiso tra via della Torretta e via Egnazia. Nel grande piazzale di asfalto troviamo all’appuntamento diversi cittadini incontrati in questi giorni o che hanno appreso dell’iniziativa dalla rete. Ci sono anche il consigliere comunale Giulio Gazzaneo, l’Assessore all’Ambiente Roberta Lopalco ed il giornalista del Quotidiano Francesco Ribezzo Piccinin.
Parco Bove è un agglomerato di baracche, con inferriate alle finestre e porte di ferro. Qui da 50 anni hanno vissuto almeno tre generazioni. Le abitazioni sono lasciate in eredità dai genitori ai figli. Alcune baracche sono state abbattute nel 2015, e le famiglie spostate nelle nuove case popolari del quartiere, ma qui abitano ancora una cinquantina di famiglie. Negli ultimi anni si sono insediati abitanti ‘abusivi’ che hanno occupato alcune case liberate a seguito delle ultime assegnazioni. Le condizioni di vita nelle baracche sono pessime: le abitazioni sono striminzite, umide e malsane, alcune con tetti di eternit, calde d’estate e fredde in inverno. Incontriamo per strada alcune abitanti, il clima è teso per le incertezze relative alle prossime assegnazioni. L’obiettivo dell’Amministrazione è il trasferimento di tutte le famiglie nelle nuove case popolari in costruzione e l’abbattimento delle ultime baracche, ma i tempi ed i modi dell’operazione non sono ancora definiti. Alessandro è il più agguerrito, si avvicina e inveisce contro il gruppo, con fare di sfida ci invita a fare visita a casa sua. Lo seguiamo ed entriamo nella sua abitazione. Nella penombra della piccola cucina c’è la moglie, dalla stanza delimitata da una cartongesso spunta Samuel, il figlio, incurante in mutande. Sulla parete della cameretta è affissa una bandiera di Bob Marley. Alessandro ci mostra le macchie di umidità ovunque spostando i mobili ed invitandoci ad entrare nella camera da letto e nel bagno. La moglie si scusa per il disordine, ma effettivamente le siamo piombati in casa all’improvviso. Ci offre un caffè, Dino si siede al tavolo, la situazione si distende. Serve costruire un programma di risposte certe e rapide per i cittadini di Parco Bove, occorre monitorare i tempi di avanzamento dello stato lavori delle nuove palazzine e chiarire la questione del limite massimo imposto dalla normativa per l’occupazione dei nuovi alloggi da parte degli attuali residenti di Parco Bove. Lasciamo la casa di Alessandro tra strette di mano e promesse di rivederci presto con un calendario di soluzioni: dobbiamo mantenere questa parola.
Il giro del quartiere prosegue nell’area della ‘Corazzata’, il complesso in via Carducci che divide l’area della Parrocchia, dell’area verde antistante e dell’ex consultorio abbandonato dall’area del mercato coperto su cui abbiamo già acceso la nostra attenzione nei giorni scorsi. Lì incontriamo i referenti dell’Associazione Quartiere Paradiso e alcuni commercianti, tra cui il farmacista Dott. Strippoli e Rino il parrucchiere, uno dei pochi negozianti che ancora abitano il mercato coperto. La sistemazione dell’area antistante la Chiesa, le possibilità di riapertura del vecchio consultorio ASL e la rigenerazione dell’area del mercato sono gli argomenti affrontati con i partecipanti alla passeggiata e con i cittadini. Le leve non saranno solo finanziarie e non saranno legate esclusivamente alle opera pubbliche: qui c’è da costruire una strategia di alleanze tra istituzioni e tra istituzioni e privati per mobilitare risorse sociali ed organizzative.
Anna, la ragazza che è venuta ieri a trovarmi all’ufficio temporaneo, ci viene incontro alla Corazzata e ci fa da guida verso Piazza Muratori, una delle piazze interne del rione, dove abita da sempre con la famiglia. La piazza è molto decorosa, ci sono alberi di leccio a coronarla ed un parco giochi al centro, uno dei pochi del quartiere. Qui il problema è la viabilità: la strada perimetrale tra la piazza e le palazzine non è molto larga e se ci sono le macchine parcheggiate non è possibile il transito per un mezzo di soccorso o per i mezzi di raccolta della spazzatura. Proponiamo la realizzazione di due parcheggi con stalli dedicati ai residenti in due slarghi adiacenti alla piazza e alle palazzine interessate, ma Massimo – il cui SUV è parcheggiato per metà sul marciapiede – non è d’accordo: a suo parere serve ridurre le dimensioni della piazza, allargare la strada per consentire il parcheggio sotto casa, spostare o togliere gli alberi. Dino è categorico e interpreta l’indirizzo dell’Amministrazione: non possiamo tagliare alberi per creare posti auto, specie se la soluzione è a pochi metri. Massimo non la prende bene, per fortuna arriva a supporto della nostra tesi una professoressa residente nella zona che evidenzia il valore di quegli alberi per l’area e la sua contrarietà all’abbattimento. Dovremo tornare in Piazza Muratori: serve costruire un percorso e alcuni accorgimenti tecnici per venire incontro alle esigenze di tutti, nel rispetto della qualità urbana dell’area.
Il giro termina alla palazzine popolari ARCA Nord al confine del Paradiso: qui ci saranno interventi di ristrutturazione promossi dall’Agenzia (di cui non conosciamo ancora i dettagli, servirà organizzare un confronto) e l’ambizioso progetto di Parco dell’Arte Urbana oggetto del protocollo di intesa tra Regione Puglia, Arca Nord e Comune di Brindisi.
Sono le 14:00, il sole picchia e siamo tutti molto stanchi, torniamo verso le auto, io devo restituire il furgone entro le 14:30 ed è il caso che mi muova.
Pranzo veloce con Daniele in Via Appia e ritorniamo al CAG. Ho appuntamento alle 15:30 con Mr.Wany_www.wanyone.com, un famoso writer di origini brindisine. Partito dalla città molti anni fa ha raggiunto un successo internazionale ed oggi vive a Milano dove, tra le altre cose, organizza il festival Amazing Days. Andrea, questo il suo nome, mi racconta del suo percorso, dei successi e del suo rapporto con la città. Brindisi ha avuto un ruolo importante negli anni Ottanta per l’emergere della scena hip hop nazionale con tutte le sue discipline: una valore, una identità da riscoprire e valorizzare. Ci diamo appuntamento nei prossimi giorni, potrebbe essere interessante aprire un percorso comune.
Alle 16:00 cominciamo la riunione con gli operatori ed i coordinatori del Centro di Aggregazione Giovanile. Obiettivo dell’incontro è approfondire i punti di forza, i punti di debolezza e le visioni per il futuro dei servizi e delle attività oggi promosse dal CAG. La discussione si fa molto interessante, specie in vista della stesura del nuovo bando di gara che affiderà il servizio. Io credo che dovremmo andare verso un superamento della logica del servizio per come oggi è concepito, verso ipotesi di sperimentazione di welfare generativo e coinvolgimento della comunità locale nella produzione dei servizi. La stessa definizione di Centro di Aggregazione Giovanile ci sta stretta: un bambino di 6 anni ed un ragazzino di 16 non hanno le stesse necessità, esprimono bisogni e desideri differenti e necessità di riflessioni e pratiche diverse tra loro. L’innovazione nei servizi pubblici deve essere una delle stelle polari della nostra azione di governo. In conclusione invito tutti gli operatori a promuovere la loro dimensione progettuale, a tirare fuori le idee, a partire dalle loro competenze e dalla loro esperienza. Li invito a considerare le politiche per i giovani come politiche per lo sviluppo, non politiche assistenziali. I quartieri hanno bisogno di ragazzi e ragazze che, se opportunamente incoraggiati, possono dare una svolta alle comunità da cui provengono. E il CAG può fare da apripista in questa direzione. Loro, gli operatori, sono una risorsa per la città e meritano di essere valorizzati al massimo.
La riunione è stata densa e penso che abbia piantato semi da cui potranno nascere bellissime piante. Vedremo.
La giornata volge al termine, ma ho ancora un’incombenza. Dopodomani c’è il primo consiglio comunale e devo tagliarmi i capelli per rendermi presentabile. Quale migliore scusa per ‘provare’ un barbiere del Paradiso? Entro ‘da Roberto’ in Via Carducci e mi siedo alla poltrona. ‘Che lavoro fai?’ mi chiede ‘Lavori al CAG con Daniele?’. Io, un po’ imbarazzato: ‘No, faccio l’assessore in questo comune’. Lui, stupito: ‘Quale Comune? Io: ‘Brindisi’ Lui: ‘Ah, allora non ti faccio la riga di lato, ti faccio un taglio più serio così sembri bene!’
A domani!”