BRINDISI – Come valutare il primato fotografato da Il Sole 24 Ore per il territorio brindisino in merito al sequestro di sostanze stupefacenti, ed in particolar modo di marijuana? Lo abbiamo chiesto al Comandante della Guardia di Finanza di Brindisi, Pierpaolo Manno.
“La Guardia di Finanza – ha commentato il Comandante – contrasta il fenomeno del traffico degli stupefacenti e, più in generale, dei traffici illeciti che avvengono via mare in maniera trasversale grazie alla sinergia operativa che, quotidianamente, opera tra la componente aereonavale del Corpo ed i reparti investigativi territoriali. Tuttavia, se si parlasse di un fenomeno esclusivamente brindisino si tenderebbe ad effettuare un’analisi riduttiva, essendo tutta l’area delle coste pugliesi interessata dal fenomeno. Ad incidere sul primato della Provincia di Brindisi è soprattutto la minore distanza dalle coste dell’area balcanica che facilita i viaggi delle organizzazioni criminali e la particolare conformazione delle coste del territorio avendo il Basso Salento arenili sabbiosi”.
Operativamente come siete organizzati?
“Nel contrasto ai traffici illeciti via mare ci avvaliamo dei reparti territoriali e di quelli aeronavali dipendenti dal ROAN di Bari: la Puglia, in proposito, rappresenta un ‘laboratorio operativo’ per noi, perché oltre all’accennata integrazione tra i reparti territoriali e la componente navale ed aerea della Guardia di Finanza ci avvaliamo del proficuo dialogo che è in essere con le autorità straniere; ciò avviene grazie agli strumenti normativi della cooperazione internazionale. In proposito, particolarmente efficaci sul piano informativo sono i rapporti con le autorità balcaniche, ed in particolare con la Polizia albanese. Si aggiunga poi la presenza di un nostro nucleo di frontiera marittima a Durazzo, dove opera stabilmente un’aliquota della Guardia di Finanza sotto il comando di un nostro ufficiale.
Un dato su tutti rende evidente l’efficacia del dispositivo integrato messo in atto: la Guardia di Finanza, nei primi sette mesi del 2018, ha arrestato in Puglia 29 scafisti ed ha sequestrato 10 imbarcazioni e 14 tonnellate di marijuana. La maggior parte degli interventi si sono concentrati principalmente sull’area di Bari, Brindisi e Lecce”.
Oltre alla conformazione delle coste, si può parlare di una particolare dimestichezza delle organizzazioni criminali brindisine, che sfruttano il know how acquisito negli anni del contrabbando di t.l.e.?
“E’ chiaro che il fenomeno si è trasformato perché negli anni ’90 era redditizio il contrabbando di sigarette, poi le organizzazioni si sono tarate sul traffico di migranti, di armi e di stupefacenti. Sicuramente al giorno d’oggi il traffico di stupefacenti è molto più remunerativo rispetto a quello delle sigarette.
Le tratte, ovviamente, restano sempre le stesse: queste organizzazioni si adattano a seconda dei profitti. Sequestriamo a Brindisi perché è più facile per gli scafisti sbarcare, tuttavia, ripeto, parlerei di un dato pugliese più che brindisino. A tal proposito va considerato che sono state create anche delle squadre investigative comuni all’interno delle Procure che si interfacciano tra di loro, e questo è fondamentale. E’ una risposta dello Stato trasversale, comune, che prende in considerazione più attori istituzionali e che può contare sulla efficiente collaborazione tra tutte le forze di polizia impegnate sul territorio”.
La circostanza che il traffico di stupefacenti sia in crescita deve destare preoccupazione? E’ un indicatore di una riorganizzazione della criminalità organizzata?
“Direi di no. Il fenomeno è costante ed in crescita, così come sono in crescita i sequestri di sostanze stupefacenti. Non credo però che questo debba destare preoccupazione perché la risposta dello Stato attualmente fornita, anche in base ai dati sui sequestri, è particolarmente efficace.
Il problema risiede nel fatto che le organizzazioni criminali riescono ad essere particolarmente duttili differenziando le attività illecite: sicuramente il settore degli stupefacenti è prevalente, ma non per questo il contrabbando di sigarette deve considerarsi totalmente azzerato, anzi. Proprio quest’anno, nel mese di marzo, i nostri reparti hanno effettuato un sequestro nel porto di Brindisi di 6 tonnellate di sigarette, e recentemente anche nel porto di Bari sono state sequestrate 11 tonnellate di sigarette “.
Avete contezza che il traffico di immigrati clandestini sulle nostre coste sia organizzato dalla stessa mano del traffico di stupefacenti?
“Queste sono situazioni investigative ancora in corso. E’ ovvio che il traffico di migranti è più rilevante nell’area africana ed interessa particolarmente le coste della Sicilia. Tuttavia anche tale settore non è assolutamente sottovalutato. Lo dimostra il recente sbarco di 77 migranti avvenuto nel basso Salento nella giornata di ieri, il quale è stato efficacemente contrastato dalle forze dell’ordine intervenute. Si tratta comunque di un fenomeno tenuto in debita considerazione e sotto controllo”.
Andrea Pezzuto Redazione |