BRINDISI – Continuano le interviste settimanali di Newspam attorno ai colori biancazzurri della palla a spicchi.

Questa settimana, è stato quasi d’’obbligo’ ascoltare il rientrate Kris Joseph. Il giocatore, tornato a calcare il parquet di gioco in occasione della disastrosa trasferta di Torino, è stato a lungo criticato all’inizio stagione, per le sue prestazioni non all’altezza della propria fama. Poi, pian piano ha iniziato ad essere decisivo per la squadra, fin quando non ha dovuto abbandonare i compagni per circa tre mesi, a causa di un brutto infortunio alla mano.

Kris, innanzitutto, come stai, dopo l’infortunio che ti ha costretto a star fuori tre mesi?

“Sto bene e mentalmente sono a posto. La mano sta recuperando bene dall’infortunio”.

Quanta voglia avevi di tornare in campo e quanto sono stati difficili questi mesi?

“Mi è mancato tantissimo il campo. Sin da quando ero piccolo, sognavo di fare il giocatore di basket professionista e quando ti vedi ‘portare via’ un sogno, ti senti morire. Mi faceva molta tristezza vedere gli altri giocare. Era come si mi mancasse qualcosa. Adesso, per fortuna, sono tornato”.

Dal punto di vista psicologico, hai paura di ‘buttarti’ nella mischia?

“Non si possono fare questi pensieri. Non puoi aver paura di infortunarti nuovamente. Perché, se lo pensi, di solito ti infortuni davvero. Bisogna dare il 100% ed essere sempre concentrati; dare tutto se stessi e ‘buttarsi’”.




Come hai trovato la squadra al tuo rientro?

“Non siamo in una situazione facile. Adesso, non è importante solo come giocare durante la partita (abbiamo 10 finali), ma è importante l’approccio ai match. In allenamento, va dato tutto quanto. Come si è visto, siamo una squadra che può giocarsela con tutti. Abbiamo perso con Milano per un tiro. Dobbiamo dare il tutto e per tutto in queste ultime gare”.

Dopo la sconfitta di Torino, si sono ridimensionate le possibilità di conquistare i play-off?

“Ora come ora, ogni sconfitta diminuisce le possibilità di andare ai play-off. E’ una classifica molto corta: una vittoria ti porta su ed una sconfitta di porta giù. Da ora in poi, ogni sconfitta ha una valore decisamente molto importante”.

Cosa pensi delle critiche chi piovono, ultimamente, sulla squadra? Vi stimolano o demoralizzano?

“E’ il lavoro dei tifosi e dei giornalisti criticare quando si perde e supportare quando si vince. Noi dobbiamo lavorare duramente a prescindere”.

Quanto pesa, nella mente di voi giocatori, essere stati sempre in testa (a Torino ma anche in altre gare, ndr) e perdere una gara quasi sempre sul finale?

“Bisogna eliminare le incertezze e gli errori, soprattutto nell’ultimo quarto, quando la palla ‘scotta’. Il basket è uno sport particolare: puoi essere sì avanti, ma bastano due azioni avversarie in cui sei sotto. Bisogna affrontare i minuti finali mentalmente concentrati”.

Le vostre prestazioni, in qualche modo, risentono delle problematiche tra società e main sponsor (Enel, ndr)?

“Non sappiamo nulla”.




Tu vieni dal campionato francese. Quali sono le differenze con quello italiano?

“Probabilmente, in Francia i giocatori sono più atleti ed in Italia sono più tecnici ed usano più il cervello quando giocano. Il campionato italiano è più tattico”.

Che messaggio ti senti di dare ai tifosi brindisini?

“Personalmente, li voglio ringraziare, perché mi hanno mostrato il loro sostegno anche durante il periodo in cui sono stato infortunato. Come squadra, adoriamo i nostri tifosi, perché ci seguono e ci sostengono nelle partite in casa, ma anche in trasferta. E’ bello vedere tanto affetto che ci circonda”.




Tommaso Lamarina
Redazione

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