BRINDISI – Continuano le interviste a cadenza settimanale di Nespam.it, circa i protagonisti della NBB.
Questa volta, è il turno di Phil Goss. Il giocatore è stato ingaggiato dalla società biancazzurra ad ottobre, per sostituire l’infortunato Nic Moore, rimpiazzandolo egregiamente. Con prestazioni ‘puntuali’, con una intelligenza tattica tipica di un veterano della pallacanestro e con lavoro ed abnegazione si è guadagnato il diritto di stabilirsi fisso nel quintetto base, anche dopo il rientro di Moore. Ciò, grazie anche ad una sua duttilità ed ecletticità di gioco, che gli ha permesso di ricoprire sia il ruolo di play, che quello di guardia (suo ruolo originale). Il 34enne combo-guard americano è un atleta esperto ed ottimo conoscitore del campionato italiano, del quale la società non intende privarsene. Infatti, gli è stato confermato il contratto anche dopo la guarigione di Moore.
Phil, sei arrivato a Brindisi da Venezia per sostituire l’infortunato Moore, a 34 anni. Poi, sei entrato di diritto nel quintetto base, anche assieme allo stesso Moore…
“Sono arrivato essendo un giocatore con più esperienza, a livello di campionato, anche per l’età. Probabilmente, mi hanno preso per essere un leader ed affronto ogni giorno, dimostrando ai giovani ragazzi, come ci si applica in allenamento e dando tutto in campo”
Alla tua età, quanta soddisfazione dà essere titolare, in una squadra giovane?
“Per me, è piuttosto naturale essere titolare. Sono nove anni che mi guadagno il diritto di essere titolare, tramite gli allenamenti e ciò che mi dice il coach. Ma anche se partissi dalla panchina, non sarebbe un problema. A questo punto della mia carriera non mi importa tanto essere titolare o partire dalla panchina, quanto vincere le partite”.
A livello di team, quali sono le differenze che hai riscontrato tre Venezia e Brindisi?
“La differenza è che Venezia aveva già giocatori affermati, anche a livello italiano. Brindisi, invece, è una squadra molto giovane. Nel campionato italiano, la differenza la fanno le squadre con un po’ più di esperienza, ma noi ci stiamo arrivando. Auguro il meglio a Venezia, ma ora sono concentrato su Brindisi”.
Hai avuto difficoltà di ambientamento?
“Sono molto felice di essere arrivato a Brindisi, perché è stata un’offerta che mi è giunta in un momento in cui ero senza squadra ed in cui aspettavo una chiamata dalla Serie A. Ho giocato qui come avversario e so bene la storia del club e gli atleti che hanno vestito questa maglia. Brindisi è un posto eccezionale in cui giocare, lo conosco bene, anche dalla LegaDue, e l’atmosfera che c’è in questo palazzetto non la trovi dappertutto”.
Come ti trovi negli schemi tattici di Sacchetti?
“E’ un ottimo coach, il quale, forse, da parecchio non aveva una squadra di ragazzi così giovani. Non gli puoi dire nulla: è un allenatore che ha vinto il campionato e la sua bravura ed il suo talento sono indiscutibili. Poi, mi piace perché dà ai giocatori molta libertà di gioco”.
Venendo al campionato, nelle ultime partite, la squadra è sembrata assente, un po’ molle sulle gambe. Cosa sta venendo meno? La preparazione fisica o lo spogliatoio?
“Avere un calo, è fisiologico. Basta un calo di concentrazione, perdere due gare e sei nelle ultime posizioni; se, poi, ne vinci due di fila, sei nuovamente in zona play-off. Questo è normale. Per questo, le squadre con più esperienza hanno più facilità a rimanere alte in classifica. Non ci sono assolutamente problemi interni allo spogliatoio. Bisogna solo rimanere concentrati, soprattutto all’inizio di gara, forse, il nostro tallone d’Achille”.
Quali sono le contromisure da adottare per fronteggiare Reggio Emilia?
“Reggio è una delle squadre più forti del campionato, anche se stanno attraversando un momento non bellissimo, a causa anche dei loro tanti infortuni. Ma rimane sempre una grande squadra e bisogna affrontare la partita in maniera concentrata ed aggredirli già dall’inizio”.
Visto che le difficoltà dell’Enel appaiono essere i rimbalzi, pensi sia necessario intervenire sul mercato o si può migliorare con l’allenamento?
“Probabilmente, è solo un fatto di esperienza. Perché, uno dei principi fondamentali del basket è il tagliafuori; come sanno tutti i giocatori di esperienza, questo è solo un fatto di lavoro, non di atletica o di concentrazione. Viene fuori con l’esperienza”.
Descrivi Phil Goss…
“E’ difficile. Sono ‘cool’ (ride, ndr). Sono una persona molto alla mano”.
Un messaggio ai tifosi brindisini…
“In questo momento, abbiamo bisogno più di altri che i nostri tifosi ci supportino, così come hanno sempre fatto. Nei momenti di difficoltà, se sentiamo il calore, daremo sempre di più. Non è il momento di avere panico. Dal 5° posto al 13°, la classifica è molto corta, quindi siamo tutti vicini. Il supporto dei tifosi ci serve perché dobbiamo vincere quante più partite”.
Tommaso Lamarina Redazione |