Abbiamo dato il nostro sostegno disinteressato a questa amministrazione, convinti che fosse necessaria una svolta, una rottura con un passato costellato da tanti errori, da tante assenza, non pensando mai che, come è avvenuto, si sarebbe concretizzata quasi esclusivamente sul modo di interloquire e di confrontarsi con i vari soggetti di questa città, anziché sul modo di affrontare e risolvere i problemi.
Intanto crediamo che sia tempo di farla finita con gli atteggiamenti distruttivi, che hanno caretterizzato questi primi anni di consiliatura. La città non va bastonata ed umiliata, come si è fatto finora, va accarezzata e accompagnata per mano verso un futuro promettente, che purtroppo ancora non c’è. Bisognava agire, non solo reagire.
Si è assistito invece, fin dall’inizio, ad uno scontro improduttivo del Sindaco e del suo gruppo di riferimento con tutti e su tutto. Uno scontro finalizzato solo a soddisfare la propria incontenibile esigenza di vanità, a gonfiare il proprio ego, piuttosto che ad affrontare e risolvere problemi.
A volte viene naturale chiedersi chi sia effettivamente il Sindaco Riccardo Rossi, quale sia il disegno reale che intende perseguire, ammesso che ce l’abbia, ma anche con chi e per fare che cosa.
Non si può certamente dire che sul versante dello scontro abbiano perso tempo. Hanno cominciato con Confindustria, con gli imprenditori brindisini definiti ‘l’esercito del subappalto’, per passare alla grande industria, composta da vandali inquinatori, ai sindacati ed ai lavoratori, considerati sui social, dal suo gruppo di riferimento, servi dei padroni, senza alcun rispetto per la loro dignità.
Che dire poi dello show della chiusura dello stabilimento, finito in una inutile pagliacciata messa in scena in un momento delicato per tutto il Paese, con la solita promessa di rinviare tutto a tavoli fantasma su cui non si è deciso mai nulla. Poi è stata la volta dell’Autorità Portuale con il suo Presidente con cui andrebbero cercate strategie comuni di sviluppo e non sterili battibecchi e contrapposizioni stupide, finalizzate solo ad isolarci ancora una volta nel nulla.
Sconforta anche la completa disattenzione, la lontananza dai problemi dei servizi sociali. Da tempo i sindacati inutilmente sono alla ricerca di un dialogo, di un confronto con l’amministrazione, per discutere della precarietà in cui vivono i lavoratori, i cittadini, la città. Silenzio assoluto.
Non c’è spazio per nessuno nel recinto della desolazione, che a palazzo si sono costruiti. Perchè se qualche consigliere regionale o politico nazionale commette l’imprudenza di occupare gli spazi creati dal vuoto decisionistico che persiste sui problemi concreti della città, ci si razzela e si reagisce in un “ come ti permetti” invece di dare atto della offerta di collaborazione per trovare le sinergie giuste per agire, per disincargliarci dal pantano in cui siamo intrappolati.
Purtroppo in questa città tutto si incanala nell’isolamento di un immobilismo autodistruttivo.
E’ evidente perchè quando non dialoghi costruttivamente con nessuno, che per sanare il bilancio adotti strategie da bottega, con tagli dolorosi per tutto il sistema, ti incamminini inevitabilmente , come sta succedendo, verso un disastro mai verificatosi nella nostra città.
Ma preoccupa maggiormente i brindisini la circostanza , che proprio in questo momento difficile manca nella nostra città un punto di riferimento sul quale fare affidamento. Che non era mai mancato nel passato.
Vorremmo che il sindaco e i componenti della sua squadra politica di riferimento (sic), al mattino aprendo le finestre della propria abitazione, imprimessero nella loro mente l’immagine della città che è in affanno, che ha difficoltà a sopravvivere alla quotidianietà, che non ce la fa.
Per respirarne le sofferenze, per avere cognizione dei problemi che vivono quotidianamente i cittadini, l’industria, le imprese, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, prima di emettere respiri senza senso, di parlare per attribuirsi meriti e iniziative che nessun cittadino dotato di buon senso, consapevole di quanto accade effettivamente in città, può accettare.
Si è preferito ritagliarsi un ruolo di vendicatori rancorosi di un passato non certo esaltante, sul quale scaricare le inefficienze del presente. Un passato che dovrebbe essere messo da parte, con un nuovo inizio, più che con un continuo rinfacciarsi errori e incapacità . Non crediamo sia sufficiente non commettere gli errori del passato (che pure si sono replicati in abbondanza in questi anni), occorre introdurre elementi di novità e una speranza con atti concreti e per questo andrebbero coinvolti tutti quei soggetti che si è preferito sbeffeggiare e schiaffeggiare.
E’ evidente che a palazzo il confronto non viene ritenuto necessario, perchè il Sindaco sa tutto. Si favoleggia persino che si intenda anche di musica, forse perchè sono convinti che se la suoni e se la canti da solo.
Nondimeno c’è troppa distanza dalle le cose da fare, dalle urgenza di questa città, confinati nella bolla di un recinto autoreferenziale e sterile, sempre pronti a criticare e sciorinare conoscenza teorica sulle tutte le cose. Già perché sicuramente non si può dire che il nostro Sindaco non studi, solo che poi, per comprendere effettivamente la portata dei problemi, bisogna calarsi nelle realtà, altrimenti la Conoscenza, come accade, rimane solo saccenza. Che non serve a niente e nessuno.
In questa città bisogna disinnescare le cariche della sofferenza , evitando di gettare ogni giorno benzina sul fuoco. Ci vogliono azioni distensive e non reazioni piccate su ogni questione.
Intanto si preferisce vivacchiare in attesa di un vociferato rimpasto che dovrebbe cambiare qualche comparsa in giunta. Dispiace definire comparse gli assessori, perchè la gran parte profondono grande impegno, ma vengono puntualmente oscurati dal sindaco su ogni questione.
I due fuoriclasse scelti direttamente dal Sindaco, risultano dispersi. L’assessore Covolo, grande amore, scappato con il primo che passava, l’assessore Borri, grande teorico di urbanistica, in due anni non è riuscito a dare quello slancio al settore in cui c’era tanto bisogno.
Si preferisce vivacchiare aspettando inerti un CIS, che forse non arriverà mai, come unica prospettiva di crescita. Se la situazione non fosse drammatica, ci sarebbe da sorridere, perchè evoca l’immagine della nonnina , che seduta su una sedia a dondolo accanto alla porta di ingresso della sua casa, aspetta la vincita al lotto e, nel frattempo, sparla, urla, inveisce contro chi passa, infastidita dal rumore di chi tenta disperatamente di operare, di dare e darsi una prospettiva di futuro.
Vincenzo Albano e
Un suo Amico
I distratti e superficiali sono fatti così. Comodamente seduti, ottusamente pigri e rancorosi. Ignorando volutamente quanto fatto in due anni e mezzo in termini di progetti realizzati e in divenire, questi vecchi simboli di un passato da dimenticare, si lasciano andare a sfoghi gratuiti sapendo bene che una città mal governata per decenni, dove affaristi di ogni genere hanno vivacchiato alle spalle della gente per bene, non può essere risanata in così breve tempo. Il senso di legalità, la civiltà, l’educazione, il rispetto delle regole sono valori che necessitano di tempo affinché attecchiscano. Tante sono le iene che non aspettano altro che questa amministrazione cada per potersi riappropiare di quello che gli è stato tolto al fine di risedersi al tavolo e riprendere a banchettare. È proprio questo che vogliamo?
l’estensore del lungo articolo omette di indicare la sua qualifica o appartenenza politica, tuttavia significa che lo scritto è idealmente e di fatto condiviso da un suo Amico rimasto anonimo probabilmente per il prestigio e la attenzione che suscita fra i lettori. Restano, invece, i problemi connessi alla gestione dei tre anni di questa Amministrazione che ha contribuito, non senza violazione di precise norme contabili, al default comunale.
Allo stato e al di là della eventuale benevola concessione del Prefetto di un breve allungamento dei termini di presentazione dei bilanci di previsione, solo i non conoscitori della materia o coloro in malafede possono ignorare la situazione politico-amministrativa dell’Ente. Vi sono atti e fatti, salvo DPCM dell’ultima ora, che conseguono inesorabilmente allo scioglimento del Consiglio che pone fine, almeno, alle continue e non più presentabili ordini del giorno, interrogazioni, mozioni ed altro da parte dei componenti dell’Assemblea che ignorano la impossibilità di superamento del reato perpetrato. A breve, purtroppo, la situazione socio-economica, già aggravata dalla pandemia del coronavirus, esplicherà i malefici effetti in relazione al dissesto finanziario dell’Ente e bisognerà da subito approntare possibili rimedi.
Brindisi, 17/11/2020 Franco Leoci