«La Bella Stagione» parte a Tuturano con «Cinema di Quartiere»

«La Bella Stagione», la rassegna di iniziative organizzata dal Comune di Brindisi con il supporto della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, continua a offrire occasioni di socialità e aggregazione per chi d’estate resta in città. Il cinema all’aperto raggiunge i quartieri della periferia per abitare i luoghi in un modo nuovo. «L’iniziativa – ha detto il sindaco Riccardo Rossi nel corso della conferenza di presentazione del programma – consente di riscoprire il gusto dell’aggregazione proprio sotto casa, rinforzando la dimensione dell’appartenenza al proprio quartiere».

Si comincia a Tuturano, nel piazzale antistante il centro di dinamicizzazione giovanile (via Vittorio Emanuele), giovedì 9 agosto alle ore 21. Il titolo scelto è «Ovosodo», un film sull’amore giovanile e le sue contraddizioni. La sede della proiezione rettifica l’indicazione originaria di piazza Regina Margherita, occupata ancora dalle recinzioni di delimitazione del cantiere di restauro.

«Cinema di Quartiere», minirassegna itinerante di cinema italiano d’autore, inizia con un film che racconta un pezzo e un’epoca del nostro Paese. L’iniziativa ha lo scopo di allargare lo sguardo alla periferia, intesa non come confine ma come luogo generatore di città: «Ovosodo» è un quartiere popolare di Livorno e insieme metafora del disagio giovanile, quella strana sensazione di avere in gola «qualcosa che non va né su né giù». Un viaggio del crescere, quello di un ragazzino della Livorno degli Ottanta, ma anche un po’ quello di qualunque altro coetaneo italiano. Uscito nelle sale nel 1997, il film si identifica fortemente nel regista, Paolo Virzì, perché racconta la storia della sua Livorno, della sua generazione, del suo sguardo sulle cose, trovando il “suo” stile, quel “realismo poetico” che osserva le cose e le persone semplici e umili con profondità e un leggerissimo alone favolistico e magico. Dunque, un film con echi autobiografici ma così universale da entusiasmare la neozelandese Jane Campion che volle attribuire a Virzì il Gran Premio Speciale della Giuria alla Mostra di Venezia. Un amarcord che all’epoca rinnovò i fasti della commedia all’italiana, trasfigurandola in un’epica di quartiere.

Cresciuto nel rione labronico «Ovosodo», Piero (Edoardo Gabbriellini) arriva faticosamente al liceo classico, diventa amico del ricco e irrequieto Tommaso (Marco Cocci), prende una sbandata per una cugina (Regina Orioli) dell’amico, è bocciato alla maturità e, dopo il servizio militare, trova lavoro nella fabbrica del padre di Tommaso finché gli tocca in premio la coetanea e coinquilina Susy (Claudia Pandolfi). E si trova sistemato: marito, padre e operaio.

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