La CGIL su Decreto Dignità ed Art. 18

BRINDISI – Avevate dei dubbi? Qualcuno si era illuso che le  promesse fatte in campagna elettorale potessero portare a dei risultati sorprendenti!

La risposta non si è fatta attendere.

Anche la promessa relativa alla reintroduzione dell’art.18 SL ante Jobs Act è stata mancata.

Oggi alla Camera le forze di Governo hanno votato compatte NO alla reintroduzione  dell’art.18 SL – richiesta portata avanti con un emendamento – che ha prodotto il voto contrario di 317 parlamentari e l’astensione di 191 onorevoli.

Questi Onorevoli sono coloro che, nel corso della campagna elettorale, hanno sbandierato ai loro elettori che avrebbero reintrodotto l’art.18  ed abolito il Jobs Act.

Dunque, con il voto di oggi viene riconfermato il contratto a tutele crescenti – che come noto priva di ogni sicurezza e legittimità  il contratto di lavoro -, ma elemento di ulteriore gravità è l’aver introdotto un maggiore costo per il contratto a termine senza al contempo rendere allettante il contratto a tempo indeterminato a mezzo riduzione dei costi dello stesso.

Proprio quello che la nostra economia più illuminata non si augurava.

In questo modo, appesantendo il costo del lavoro e ripristinando in altri casi i voucher,  si vira verso una gestione del lavoro senza tutele e senza contratto, ovvero si svaluta ancor di più il lavoro!

E’ evidente che sul lavoro si sta rivivendo un approccio regressivo rispetto ai diritti e alle tutele che impone – come già dichiarato dalla CGIL Nazionale – una nuova stagione di mobilitazione straordinaria per restituire dignità ai Lavoratori che risultano essere sempre più sfruttati.

 Il Segretario Generale Antonio Macchia

 

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO