“La democrazia deliberativa”: il libro di Giuseppe Marchionna pubblicato dalla Fondazione Giacomo Brodolini

La Fondazione Giacomo Brodolini ha pubblicato nella sua collana “Quaderni di Studi e Ricerche” il saggio di Giuseppe Marchionna “La democrazia deliberativa. Teoria e prassi della partecipazione popolare alle scelte di governo al tempo della crisi della politica, dei partiti e delle istituzioni“.

Il libro in formato elettronico (e-book) è scaricabile gratuitamente ai seguenti siti:

http://www.fondazionebrodolini.it/pubblicazioni/i-quaderni/la-democrazia-deliberativa

http://www.pinomarchionna.it/primo-piano-pino-marchionna/123-la-democrazia-deliberativa.html

Di seguito una breve sinossi del saggio:

Il superamento del ruolo dei partiti intesi come strumento di mediazione e di raccordo tra cittadini, società ed istituzioni ha determinato una nuova anomalia: una sorta di “occupazione indebita” degli enti istituzionali da parte di quegli organismi che non godono più della fiducia popolare.

Ciò sta alimentando una pericolosa incrinatura tra cittadini e istituzioni, che viene quotidianamente allargata dalla spinta delle pulsioni populiste e antipartitiche.

La vera sfida del rinnovamento sta nel cambiamento di una cultura di governo che è cresciuta e si è consolidata all’interno di un modello – quello dei grandi partiti di massa – che ormai ha intrapreso un declino inarrestabile, senza che nel frattempo si sia affermata una modalità alternativa di selezione delle classi dirigenti, di verifica delle loro competenze e capacità.

Da qui l’oggettiva debolezza dei nuovi soggetti politici collettivi che sta progressivamente determinando la percezione di un crescente svuotamento della politica, di cui il declino della partecipazione sembra costituire il naturale corollario di una più generale depoliticizzazione della società.

Ecco quindi nascere l’urgenza di una profonda riflessione sulle risposte da fornire ai più evidenti deficit democratici che caratterizzano la vita pubblica italiana, nella consapevolezza che la principale priorità sia rappresentata dalla costruzione di un inedito modello di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, che si ponga l’obiettivo di colmare l’abisso che attualmente separa la cittadinanza dalle istituzioni, minando alla base il concetto di rappresentanza politica.

L’impegno dell’autore si è concentrato nel definire nitidamente i confini delle varie aggettivazioni di democrazia che spesso sono usate a sproposito: la democrazia deliberativa è diversa dalla democrazia partecipativa, ma anche dalla democrazia diretta. E tutte e tre sono costrette a convivere con la democrazia rappresentativa che è il baluardo su cui si fonda lo Stato di diritto democratico.

In questo contesto si va affermando sempre più il concetto di “democrazia deliberativa”, il cui carattere non-ideologico sottolinea appieno la sua prassi istituzionale fondata su tre aspetti fondamentali: la massima inclusività, il suo metodo dialogico, la sua virtù cognitiva.

Il suo approccio allarga lo spettro dell’analisi, sposta l’accento dalla mera procedura di aggregazione di maggioranze verso la dimensione di un consapevole scambio informato, coinvolge i cittadini utilizzando le nuove tecnologie per giungere alla formazione di preferenze ed orientamenti che si indirizzano verso una valutazione globale del bene comune.

La democrazia deliberativa si va caratterizzando quindi come “ideale normativo” verso il quale tutte le istituzioni dovrebbero tendere, definendo i contorni di un processo che può diventare prassi e testimonianza di un silenzioso transito della democrazia italiana verso nuove formule istituzionali.

 

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