La firma del “Piano di sostenibilità” sottoscritto dall’Enel e dal Commissario Prefettizio, mette in chiaro in maniera inequivocabile di come la politica abbia abdicato al tecnicismo.
La firma apposta dal Comune di Brindisi doveva partire da un presupposto imprescindibile, il parere negativo espresso sul rilascio dell’Aia dalla passata Amministrazione e condivisa da tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale di maggioranza ed opposizione. Oltre che riportare al centro del dibattito, il disagio sanitario ed ambientale della città ed il danno all’immagine della città anche in materia di sviluppo ed opportunità turistica, rimarcata in tutto il mondo e su tutti i media dall’azione di protesta effettuata da GREENPEACE nella centrale Brindisi Sud.
Essi dovranno essere e saranno il punto di riferimento di ogni e qualsiasi confronto con la
Società Elettrica.
Non possiamo più pagare prezzi altissimi in termini sanitari e d’inquinamento, pensando che il tutto si risolva con un dato economico, necessario a dare una facciata di disponibilità per la soluzione di alcune problematiche gestionali dell’Ente Comune. Bisogna sedersi intorno ad un tavolo con L’Enel ed il Governo per affrontare tutte le problematiche e le risposte da dare al territorio ,per la chiusura della Centrale prevista per il 2025.
Il rapporto di confronto e collaborazione deve essere visto come una partecipazione da parte di Enel, sulla individuazione di strategie ed interventi rientranti in quella che ci piace definire responsabilità sociale di una Azienda. I diversi incontri avuti in passato, presso la sede Comunale, avevano tracciato questa linea di condotta. Oltre agli interventi elencati e quasi tutti rientranti dalle passate riunioni tra Enel ed Amministrazione Comunale, non vi è traccia del percorso intrapreso per coinvolgere L’Enel con il versamento di circa 5 milioni di euro l’anno che avrebbero dovuto avere 5 linee di intervento chiare: Cultura, Università, Turismo, Periferie, Ambiente. L’Enel insieme all’università di Bari e al Comune di Brindisi avrebbe dovuto contribuire a realizzare e gestire un Polo Universitario, da realizzare nell’Area del ex Collegio Tommaseo, attesa l’impossibilità di poter realizzare su quell’area un utilizzo diverso di carattere turistico ricettivo in quanto l’investimento non poteva rientrare nei parametri di ammortamento dell’opera, se non in un lunghissimo tempo e con altissimo rischio di impresa, così come verificato anche dalla società dello Stato INVIMIT. Nella realizzazione dell’opera era prevista una porzione per la realizzazione di un settore ricettivo da inserire armonicamente nel progetto definitivo.
L’investimento nella cultura, attraverso un coinvolgimento attivo nella gestione del Nuovo
Teatro Verdi, per risolvere, una volta per tutte, la presenza necessaria di quel contenitore
culturale. La partecipazione per contribuire a risolvere il degrado di alcuni quartieri periferici in maniera permanente e non con interventi a spot e di facciata. L’individuazione di strutture sportive da realizzare o completare alfine di utilizzare lo sport come elemento di aggregazione crescita sociale e culturale. Lo studio da approfondire per quartieri più esposti ai rischi di inquinamento atmosferico, come la frazione di Tuturano, che doveva prevedere interventi radicali e di crescita di quella realtà, investimenti nel comparto ambientale e di controllo epidemiologico da realizzare in città.
Insomma una visione a 360 gradi di quello che potevano essere le esigenze della città, senza cedere di un passo sull’aspetto sanitario e d’inquinamento del territorio che doveva
prevedere cambiamenti radicali sull’uso dei combustibili e su un diverso utilizzo della Centrale di Brindisi Sud, atteso la sua chiusura. Una bella battaglia di civiltà e maturità, in onore di chi ha dato la vita per errori del passato e per creare le basi di un nuovo rapporto chiaro trasparente tra la Pubblica Amministrazione e l’Azienda Elettrica, rafforzato dalla gestione diretta da parte dell’Enel e non del Comune.
La mania di protagonismo, la non rosea situazione di bilancio ha portato la struttura Commissariale a sottoscrivere un accordo de minimis, di facciata con micro interventi ,per
altro già previsti dalla passata amministrazione che avrebbero dovuto prevedere il
coinvolgimento dei cittadini, l’ascolto del territorio, cosa oggi annunciata della quale noi non abbiamo traccia. Tanta enfasi, smoking e sorrisi, firme fotografate per partorire un topolino. Ma l’antipolitica è felice, di ringraziare ed osannare un funzionario del Ministero degli Interni, che andrà via a giugno e non avrà più nessuna responsabilità sulle scelte fatte. Lascerà al nuovo governo cittadino bilanci da aggiustare, società da risanare, accordi da rivedere, intanto si fregerà di aver risolto il problema della spazzatura, le firme con l’Enel, i tagli sui servizi sociali da settembre del 2018, insomma un bel gioco delle tre carte. Tutti i critici saranno contenti, con una città ed una classe politica che dovrà inventarsi l’impossibile per far fronte alle tantissime emergenze ora sopite, ma che torneranno a galla con maggiore veemenza. Ci dice un nostro vecchio amico: “vedete i brindisini amano i forestieri” e sapete qual’è il termometro di quello che vi dico? avevamo un Santo Patrono San Lorenzo e siamo stati capaci di averne due con San Teodoro, che brindisino non è ma è più amato.
Una triste amara verità.
Claudio NICCOLI- Brindisi Prima di tutto
Tony MUCCIO- Noi Centro