Su Brindisi è in corso da almeno venti anni una partita importante: come coniugare la salute dei cittadini, ad iniziare dagli operai e da tutti quelli che operano in aziende dal tasso di inquinamento potenzialmente elevato, e le esigenze del lavoro, della produzione. Brindisi ha dato tanto, molto, alle esigenze produttive ed energetiche di tutta la nazione e continua a dare tanto. Ci sembra inutile riepilogare vicende ormai note a tutta la città. I danni prodotti dalle attività chimiche al territorio brindisino ed a suoi cittadini, sino a parte del territorio provinciale, sono stati scientificamente verificati e sono alla base della dichiarazione di area SIN e di diverse Conferenze di Servizio nazionali. Pertanto appare fuori luogo ed inutilmente aggressivo il linguaggio nuovamente adottato ieri da alcune sigle sindacali di categoria, fondato su certezze (a favore delle aziende) non dimostrate a differenza di quelle certificate come dianzi ricordato e di quelle prodotte recentissimamente dall’Arpa. Il Sindaco ha il dovere (ripetiamo il dovere) di tutelare la salute della cittadinanza. Le Aziende hanno il diritto di produrre ed il dovere di farlo nelle massime condizioni di sicurezza per i lavoratori ed i cittadini. Sull’ultima vicenda si avrà modo di capire, pensiamo a breve, la oggettiva situazione dei livelli di inquinamento prodotti recentemente, ma si ha tutti il dovere di non aggirare la questione nodale di un diverso modo di intendere le attività produttive ed il lavoro a Brindisi, la quale da tempo ha scelto e comunicato che ha una sua precisa dignità e non intende più essere considerata una landa di cittadini con l’anello al naso.
Da parte di tutti.
Il Coordinamento Cittadino Sinistra Italiana