L’AGRIASILO UN’OPPORTUNITA’ PER BAMBINI E IMPRESE AGRICOLE – di Angelo Camassa

Immaginate di andare a riprendere vostro figlio all’asilo e di trovarlo circondato da pulcini, maialini, agnelli, puledri e anche farfalle, uccellini tutto in una cornice di piante, fiori e giocattoli fai-da-te. Sembra di avere a che fare con un sogno, eppure asilo come questo esistono realmente, anche in Italia, ma non sono asilo qualunque, sono i cosiddetti «Agriasilo».
Si tratta di veri e propri asili ambientati all’interno di fattorie, in spazi sicuri e controllati da personale competente nei quali i bambini possono giocare liberamente, a contatto con la natura e all’aria aperta, tutto l’anno. Questa possibilità già diffusa in molte regioni d’italia, sarà possibile realizzarla d’ora in poi, anche in Puglia. Nei giorni scorsi, infatti, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale pugliese la proposta di legge a firma dei consiglieri Casili, Barone, Di Bari e Galante (Tutti del M5S), con cui si disciplinano le attività di agrinido ed agriasilo.
L’iniziativa legislativa, integra la disciplina vigente in materia di agricoltura sociale. specifica che le attività di agrinido e agriasilo possono essere svolte nell’ambito delle fattorie sociali riconosciute ai sensi della l.r. 9/2018. In questo modo, si garantisce il rispetto dei requisiti strutturali, tecnici e organizzativi già previsti per le fattorie sociali.
Attraverso la promozione di attività a carattere educativo dedicate ai bambini compresi nella fascia di età 0-6 anni, per le riconosciute fattorie sociali si determinare una fonte integrativa di reddito per le imprese, e proporre un modello alternativo di ambiente didattico e un nuovo orientamento formativo.
La potenziale utenza di questi agriasilo potranno stare tranquilli dato che queste strutture dovranno garantire il rispetto dei requisiti strutturali, tecnici e organizzativi già previsti per le fattorie sociali. Compreso quanto previsto della legge n. 328 8 novembre 2000, nonché della legge regionale 19/2006 e del relativo regolamento di attuazione n. 4/2007.
Coloro che vorranno svolgere tali attività, dovranno formulare un progetto educativo basato su un approccio esperienziale armonizzato con il peculiare contesto agricolo-rurale in cui si svolge la formazione e la vita relazionale del bambino, incoraggiando l’interazione con la natura circostante.
In aggiunta alla iniziative ordinarie di un nido o di un asilo tradizionali dovranno essere integrate con altre attività tipo: laboratori di riciclo creativo, preparazione di prodotti alimentari, osservazione e cura dell’orto, sperimentazione di esperienze sensoriali in relazione ai profumi e alla manipolazione di fiori e piante, insegnamento del succedersi delle fasi temporali legate alle stagioni, insegnamento del concetto di pazienza e di percezione della natura, attraverso conoscenze tattili ed esplorative. Gli agrinido o agriasilo, data la loro conformazione strutturatale ed didattica possono inoltre costituire un percorso specifico per bambini diversamente abili
L’impianto normativo regionale appena approvato, infine, prevede l’allargamento del termine ‘fattorie sociali’, comprendendo anche le ‘masserie didattiche e le organizzazioni di agricoltura sociale’.
Qualora si abbia intenzione di aprire un agrinido o un agriasilo, è opportuno verificare che le strutture preposte all’accoglienza dei bambini rispettino gli standard minimi previsti per strutture e locali adibiti a tale scopo.
Nel caso dell’agrinido, così come per un nido tradizionale, lo spazio dovrà soddisfare le seguenti linee guida:
> i locali adibiti a tale attività devono essere ad uso esclusivo dell’agrinido e collocati al pian terreno (o comunque non oltre il primo piano);
> le aree all’aperto devono essere ad uso esclusivo dell’agrinido e con un accesso diretto ai locali chiusi adibiti a tale attività;
> devono essere previsti locali per l’accoglienza e per i cambi dei bambini;
> la zona bagno deve prevedere un lavabo ed un bagnetto piccolino in proporzione per ogni 10 bambini ed una vasca con doccetta in proporzione per ogni 20 bambini;
> la cucina o il locale devono prevedere una dispensa, con elettrodomestici dove si possono scaldare le vivande e anche con la possibilità di lavare le stoviglie;
> un bagno deve disporre di uno spogliatoio esclusivamente per il personale dell’agrinido (due bagni se le persone sono più di tre);
> devono essere previsti locali accessori per i materiali degli addetti alla pulizie, per i materiali didattici e per tutto ciò che può essere inerente all’attività dell’agriasilo;
> un ufficio per il responsabile e per gli educatori e un locale funzionale per il pediatra (solo in alcune regioni).
Fondamentale è, inoltre, l’adeguamento di tutti i locali ai requisiti previsti a norma di legge per la sicurezza degli impianti, prevenzioni incendi, fulmini ed agenti atmosferici, agibilità, oltre che l’eliminazione delle barriere architettoniche (Decreto Ministeriale 14 giugno 1989 n. 236 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”).
Un’altra componente da considerare è anche l’arredo degli interni. Tutti i complementi devono essere costruiti con particolare attenzione alla scelta dei materiali (con diversi strati di imbottitura), devono essere atossici ed ignifughi. I termosifoni devono essere coperti per evitare il contatto diretto e le prese di corrente devono essere tutte schermate.
Per quanto riguarda il personale, invece, è necessario selezionare uno staff composto da educatori professionali, che si occupino direttamente dei bimbi, e professionisti di vario genere, impegnati a vario titolo nell’attività didattica e di cura. Andranno inoltre soddisfatti i seguenti requisiti:
> il coordinatore dovrebbe avere anche funzioni operative;
> ogni educatore deve avere la responsabilità di un massimo di otto bambini;
> in caso di presenza di una cucina, devono essere previsti un cuoco ed un addetto ai servizi ogni 30 posti.
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