BRINDISI – In occasione della visita a Brindisi della Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Carla Nespolo, l’Anpi (presidente Donato Peccerillo) inaugura la nuova sede del Comitato provinciale. L’appuntamento è venerdi’ 25 gennaio alle ore 18 nell’ex Convento Scuole Pie – Corte degli artigiani. In mattinata la Presidente Nespolo incontrerà studenti e docenti dell’Istituto Epifanio Ferdinando di Mesagne, impegnati nel progetto “Giovani e memoria”. Sarà l’occasione per riconfermare l’impegno dell’Anpi di Brindisi non solo per la memoria della Resistenza e di coloro che hanno contribuito, anche sino alle conseguenze estreme, alla conquista della democrazia e della libertà, ma anche per ricordare il grande impegno degli antifascisti e dei partigiani della provincia di Brindisi contro il fascismo e il nazismo. Una battaglia che vede l’Anpi ancora oggi in campo.
Nella stessa giornata, alle 9,50, a Milano, sarà collocata una pietra di inciampo in onore del comunista e partigiano brindisino Umberto Chionna, in via Farina, in corrispondenza del numero civico 35, luogo della sua ultima residenza. Saranno presenti la figlia Dorina, il Comune di Milano e, per Brindisi, Elena Lenzi, ricercatrice e archivista, che ha contribuito alla realizzazione a Brindisi della mostra e del catalogo “I Sovversivi”. Elena Lenzi porterà a Milano i saluti di Anpi Brindisi.
Umberto Chionna [Brindisi 28.1.1911 – Mauthausen 23.4.1945] era operaio alla Pirelli Bicocca. Aveva iniziato a lavorare come falegname a Brindisi nell’azienda di famiglia. Era schedato nel Casellario politico centrale. Arrestato a Brindisi il 2 novembre 1926 per aver contribuito alla nascita dell’organizzazione giovanile comunista, fu condannato a 3 anni di reclusione dal tribunale speciale con l’accusa di aver diffuso volantini firmati Partito Comunista italiano. Fu arrestato nuovamente a Brindisi e diffidato il 9 maggio 1931, inviato al confino a Lipari per 3 anni. Liberato nel 1932, in occasione dei festeggiamenti per il decennale fascista, rimane vigilato fino al 1942. Trasferitosi al nord, si oppone al regime partecipando a scioperi nella Pirelli Bicocca dove lavorava. Il 17 marzo 1944 viene arrestato di notte e condotto a San Vittore. Dal Carcere viene condotto alla Caserma Umberto I di Bergamo. Deportato il 5 aprile dai tedeschi a Mauthausen, numero di matricola 61606 come Schutzhaftling, di seguito trasferito a Gusen e poi nuovamente a Mauthausen dove muore il 23 aprile 1945.