LE ELEZIONI EUROPEE E LE INCERTEZZE DI GIUSTINO – di Aldo Recchia

Solo amichettismo, familismo,vannaccimania, slogan, boiate varie e sgarbi quotidiani. Ma dove sono i programmi? Quale Europa vogliamo? Quella dei cacciatori? Quella della cannabis? O di cos’altro? Tantissime, sinora, le baggianate ascoltate, in vista delle prossime elezioni europee, che si terranno a breve per la scelta dei 76 parlamentari italiani, che poi occuperanno uno scranno in Europa. Ma l’Europa che si vuole è del tutto assente. 

Tra i tanti candidati, anche quel Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi (detto Sgarbi), noto critico d’arte. Sì, lo stesso Sgarbi che, nell’agosto del 2023, ha difeso il libro di Vannacci – nel corso di un’intervista a Viareggio, presso il Grand Hotel Principe di Piemonte – sostenendo, tra l’altro: il libro <è pieno di cose di buon senso legate al pensiero del Papa … il generale Vannacci è contro le unioni gay>. Ora, invece, dopo essere stato costretto – sia pure senza troppo clamore – a dimettersi da sottosegretario alla Cultura, per vicende giudiziarie che lo riguardano, Sgarbi è stato messo in lista da “FdI” – come indipendente – per le europee nella circoscrizione Mezzogiorno. 

Legittimo il dubbio, a questo punto: ma come, l’opportunità politica è valida per l’Italia e non lo è per l’Europa? 

Sono tantissime, al momento, le perplessità che assalgono Giustino, nome di fantasia dell’uomo della porta accanto, che si confessa al giornalista e ammette di aver deciso, ormai: questa volta <non voterò alle prossime elezioni     europee>.                       

E pensare che Giustino è stato da sempre un convinto assertore della necessità – a prescindere – di andare comunque e sempre a votare. <E’ l’unica arma lecita – ha sempre sostenuto – di cui dispone il cittadino, per cambiare la realtà e, pertanto, non può e non deve rinunciarvi. Anche perché c’è sempre un meno peggio da scegliere>. 

Ora, invece, alle soglie di quasi 80 anni di età ha cambiato idea, quanto meno per le prossime elezioni europee. Poi si vedrà. Ovviamente non c’è niente di male in tutto questo. Solo gli imbecilli non cambiano mai idea, si è sempre detto. 

E Giustino – che non è certo uno sprovveduto – dà anche una motivazione alla sua nuova presa di posizione: <L’Europa di oggi, non è più quella tanto idealizzata dal grande Altiero Spinelli e non è più quella in cui ho sempre creduto>. 

E come si può dare torto a Giustino? 

Basta seguire un po’ le cronache quotidiane, del resto, per rendersi conto di come vanno le cose. Anche se – ammette con onestà l’interessato – non è certo facile governare un “naviglio” con tanti piloti, ognuno con i propri interessi da difendere e salvaguardare. 

Dall’agenda dei vertici europei – sostiene Giustino – è scomparsa del tutto la linea guida, senz’altro indispensabile, 

tesa al raggiungimento del tanto auspicato e auspicabile <bene comune> dei popoli, che appartengono all’Europa. Per buona pace anche di uno dei suoi più accaniti fondatori, quale è stato appunto il grande Altiero Spinelli. 

Ormai – purtroppo – hanno preso il sopravvento le grandi lobbies delle multinazionali a livello mondiale. Queste non sono affatto poche, se si considerano i tanti settori dell’economia planetaria. E, per di più, contano tantissimo, tant’è che ormai hanno deciso di pianificare la situazione dei vari popoli, per imporre e salvaguardare (comunque e ovunque) i propri interessi. 

Il resto, per loro, conta poco quanto niente. 

Non conta la salute dei cittadini. Non contano le tipicità e le singole esigenze dei rispettivi popoli. Non conta niente l’ambiente e il cambiamento climatico. Contano solo i loro interessi – si diceva – in tutti i campi: quello economico e produttivo soprattutto, che poi implicano, in senso stretto, il controllo di tutte le materie prime e le produzioni dei vari settori, con gli inevitabili riflessi negativi a danno dell’intera collettività. 

Basta vedere quanto sta accadendo oggi nel settore agricolo e in quello dell’alimentazione in generale, per toccare con mano la realtà. Quello degli agricoltori, per esempio, è senz’altro un problema nient’affatto facile da sbrogliare, comunque da valutare con la massima attenzione. I diretti interessati – non si può negare – hanno le loro ragioni. 

D’altro canto, Giustino – cresciuto sin da piccolo in un mondo prettamente agricolo – ha sempre sentito i contadini lamentare gli scarsi guadagni, ricavarti dalla vendita dei loro prodotti, sottovalutati molto rispetto ai sacrifici e ai 

costi richiesti dalla produzione. Certo, molte cose sono cambiate, rispetto a quando Giustino era solo un bambino, negli anni ’50 e primi anni ’60 del secolo scorso. Allora la giornata di un contadino iniziava in genere all’alba e finiva, con il lavoro nei campi, comunque e sempre all’imbrunire. 

Non c’erano neanche i mezzi di cui in genere possono disporre oggi gli interessati. Un po’ tutti. Soprattutto, ovviamente, i grandi proprietari terrieri. E sì! Perché bisogna pur fare una distinzione tra i grandi agricoltori con tantissimi ettari di terreni e i piccoli agricoltori, che si limitano a far produrre solo qualche ettaro di terra, per poi mettersi a disposizione dei “grandi”. 

Ovviamente, sono i “piccoli” quelli che soffrono di più. Non a caso, ormai, sul territorio pugliese si vedono in giro molti terreni incolti. Soprattutto dopo il disastro provocato dalla xilella tra gli uliveti, il cui olio è stato da sempre un grande vanto per la Puglia, grazie al suo 60% dell’intera produzione nazionale. Ora, invece, la situazione è cambiata notevolmente con il devastante arrivo della xilella. 

Giustino l’ha sempre vista nei campi, solo che la chiamava “sputacchina”, per la tipica schiuma bianca, che circondava costantemente la sua presenza. E, a dire la verità, la “sputacchina” non ha mai impensierito qualcuno per la sua presenza. Poi, però, all’improvviso la stessa ha contagiato addirittura 21 milioni di alberi – come sostiene l’Agi (Agenzia giornalistica Italia) del 1° maggio 2023 – provocando un’autentica strage di ulivi e lasciando un panorama spettrale sul territorio pugliese, soprattutto nel Salento. Si parla di circa 8mila chilometri quadrati di territorio infettato, pari al 40% dell’intera regione. 

Si diceva delle ragioni degli agricoltori. Ne avranno senz’altro. Solo che, con tutto quello che si continua a registrare sul fronte del cambiamento climatico, gli stessi agricoltori devono pur convincersi della necessità di dover trovare comunque un equilibrio tra le loro ragioni e quelle del clima, che poi interessa l’intera popolazione. 

Basti pensare che in generale si stima che le emissioni derivanti dal settore agricolo costituiscono il 7,1% delle emissioni di gas serra totali, circa 30 milioni di tonnellate  di CO2 equivalente. 

Il settore agricolo – sostengono gli esperti – sarebbe la terza fonte di emissioni di gas serra, dopo il settore energetico e quello dei processi industriali. 

L’UE ha tentato di imporre una riduzione nell’uso smodato dei pesticidi. Questi non fanno bene a nessuno. Tanto meno al clima, visto che poi i suoi cambiamenti si ritorcono  indirettamente anche sulla produzione dei terreni, con inevitabile aumento di ricorso all’uso sempre più smodato dei pesticidi stessi, che però fanno bene solo alle poche multinazionali che li producono. 

Anche per questo l’UE, di recente, aveva preso le sue decisioni – finalizzate alla riduzione dell’uso dei pesticidi –  ritirate però a stretto giro di posta, con una soluzione compromissoria. Solo per la “protesta dei trattori”? O… anche per l’ingerenza delle solite lobbies? Ovviamente, è tutto da dimostrare. Anche se i dubbi sorgono spontanei, visto che molti parlamentari europei (il 23%) sarebbero indagati per corruzione. Almeno così si dice. 

Cosa fare a questo punto? Non spetta certo a Giustino trovare una soluzione. Questa andrebbe trovata dai poteri decisionali, possibilmente su diversi fronti, che incidono pesantemente sulla salute dell’uomo e sul cambiamento 

climatico. 

Basti pensare agli allevamenti intensivi di animali destinati all’alimentazione dell’uomo. Altra nota dolente. Giustino   di carne ne mangia pochissima. Preferisce il pesce in genere, anche se quest’ultimo – con la plastica che ormai ha invaso i mari e le microplastiche sparse ovunque, persino nell’aria – non dà più le garanzie di una volta. Purtroppo! 

E… allora? Che fare? Il pianeta Terra è moribondo. Un equilibrio va trovato assolutamente. E sono – dovrebbero essere – i nostri governanti, nazionali ed europei a trovarlo subito. Comunque, prima che sia troppo tardi. 

Ma quale fiducia è possibile riporre in loro, visti i tanti scandali, registrati spesso dalle cronache? 

Non solo, ma si può avere fiducia nei nuovi candidati? Ovviamente in parte di loro, scelti non in base a un criterio politicamente corretto e sano, capace di rispondere a determinati principi e valori condivisibili – “senza se” e “senza ma” – a prescindere da tutto, tranne ovviamente da scelte dettate da “vannaccimania”, o giù di lì. 

Con tutto il rispetto ovviamente per le persone, che – tutto sommato – sono senz’altro valide come singoli individui, ma che in molti casi non hanno alcuna esperienza e soprattutto non conoscono i veri problemi della gente. 

Comunque, per tutto questo Giustino, non intende votare. 

Anche se – ricorda l’interessato – per l’occasione stavolta non si è ripetuto il gesto, a dir poco indecente e vergognoso, compiuto da un “signore” (si fa per dire) come Mario Turrini. Come riportarono le cronache del tempo, quest’ultimo – candidato nella lista civica “Uniti si vince”, a sostegno di Lucia Bergonzoni, aspirante sindaco per la Lega Nord di Salvini – fece pubblicare sui propri manifesti elettorali il posteriore senza veli di una modella, pur di richiamare l’attenzione degli elettori, in occasione delle elezioni amministrative del 5 giugno 2016 a Bologna. 

Questa volta non si è arrivati a tanto. Lo ammette anche Giustino. Ogni leader ha messo la propria faccia sui manifesti. Taiani di FI – accanto alla sua – ha persino rispolverato l’immagine del “fu signor B.”, come “forza rassicurante… al centro dell’Europa”. Non si è giunti al gesto scurrile di Turrini, ma si è registrato comunque il deplorevole gesto del manifesto di Giorgia appeso a testa in giù ad Aosta, mentre altri manifesti della premier sono stati imbrattati con scritte e disegni. 

Tutto questo non lo accetta Giustino, che – da osservatore attento a quanto registrano le cronache quotidianamente –  rimane però fermamente deciso sulle sue decisioni.            

Quello che disturba maggiormente l’interessato, per l’occasione specifica, rimane comunque la scelta fatta da “Fratelli d’Italia” nel candidare il critico d’arte Sgarbi, non certo per la persona in sé, senz’altro valida nella rispettiva professione. Su questo nessun dubbio. 

Ma ciò che inquieta Giustino è un atroce dubbio: se questo signore è stato costretto – sia pure in maniera soft – a dimettersi come sottosegretario alla Cultura del Governo italiano, come mai “Fratelli d’Italia” lo ha messo nella sua lista del Mezzogiorno come candidato parlamentare in Europa? E si chiede: non è che abbia ragione Andrea Scanzi nell’affermare che, con questa scelta, in pratica si vuole indurre la gente a pensare che l’Europa sia considerata alla stregua di una vera e propria “discarica”. Più o meno questo il senso delle affermazioni fatte da Scanzi nella trasmissione di “Accordi e disaccordi” del 4 aprile 2024 sul “Nove”. 

O (altro dubbio pressante): non è che abbia ragione Crozza, quando nelle vesti del sen. Antonio Razzi, afferma che ormai <la politica è un grande centro commerciale>? (Vedasi trasmissione del 17 maggio 2024 sul “Nove”). 

Giustino, fra l’altro, ha da ridire comunque anche sulla scelta che ha portato alla candidatura di Ilaria Salis nelle liste di “Alleanza Verdi e Sinistra”. Non sono in discussione i diritti umani, sia ben chiaro. E questo, a favore di chiunque, non solo della Salis. Ma – si chiede Giustino – che esempio viene dato ai giovani da parte di una persona come l’interessata che, dopo aver scelto di fare l’educatrice, nel suo curriculum vanta ben 4 condanne e 29 denunce? Nessuna questione – ripete – sulla salvaguardia dei diritti umani. Anche Giustino si dice contento che alla stessa Salis siano stati concessi i “domiciliari”. 

Ma l’interessato, per tutto questo, è irremovibile: non andrà a votare! 

No!… Fermi tutti!… Come non detto!… 

Giustino ha un ripensamento sulla sua ferma decisione precedente. E’ stato l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – in occasione della Festa dell’Europa, il 9 maggio scorso – a fare il miracolo e indurlo a cambiare idea. 

Tra le tante cose dette, il Presidente ha sottolineato infatti anche la necessità di andare a votare: il voto, a suo dire, è  <un grande esercizio di democrazia in cui centinaia di milioni di elettori hanno l’opportunità – e la connessa responsabilità – di rendersi protagonisti del loro futuro. Con la partecipazione al voto potremo plasmare il Governo di un’Unione Europea unita, in pace, dinamica, capace di armonizzare, secondo principii di solidarietà, i diversi punti di vista dei suoi popoli. Presidio della nostra sicurezza>. 

Giustino, ovviamente, non pensa più al “suo” futuro. Pensa, però, al futuro delle sue nipotine e a quello di tutte le nuove generazioni, i cui interessi devono essere garantiti e tutelati, comunque e ad ogni costo. 

In tutta la campagna elettorale si sono registrate solo l’assenza di “Europa” e la massiccia presenza di sterili slogan. Uno dei tanti, quello di Cecilia Strada – filantropa e saggista italiana, già presidente di Emergency, ora capolista “PD” nel Nord-Ovest – che si presenta con: <la Strada siamo noi. Cecilia è l’Europa che vogliamo>. Alla faccia del cacio cavallo, direbbe il grande principe Antonio De Curtis, in arte Totò. 

E, infine, c’è anche la questione di Matteo Renzi, che aspira ad essere eletto per uno scranno al Parlamento Europeo, dopo aver stretto un’alleanza con Emma Bonino. Certo su quest’ultimo caso sarebbe interessante conoscere il vero motivo che ha spinto la Bonino ad allearsi con Renzi. Ma sarebbe ancor più interessante – se fosse possibile – conoscere in merito il giudizio del fondatore del “Partito Radicale”, il fu Marco Pannella. 

Tutto questo fa ridere non poco Giustino, che si chiede: <Cosa ci va a fare Renzi in Europa? Proprio lui che guadagna tanti soldi con le conferenze ultramilionarie nei paesi arabi, grazie al suo amico Bin Salman. E per fortuna che non si candida l’altro Matteo, che però al suo posto manda in avanscoperta il gen. Vannacci>. 

Certo sulla scelta di Renzi non mancano i malpensanti. 

Sono in molti, infatti, a dirsi più che convinti che Renzi andando in Europa vuole solo arricchire il suo curriculum per poi “fare da tramite” tra le lobbies e l’amico Bin Salman. Queste, però – Giustino ci tiene a ribadirlo – sono solo illazioni di malpensanti. Anche se – come diceva il fu Andreotti, meglio noto come “Belzebù” – <a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca>. 

Peccato però, che nessuno abbia pensato – per l’occasione delle prossime elezioni europee – ad una possibile candidatura del grande Roberto Benigni. Ma questo forse 

non è accaduto – pensa Giustino – perché un po’ tutti i leaders di partito erano consapevoli che l’attore non voleva fare il parlamentare, né italiano né europeo. E lo ha  confessato di recente personalmente il diretto interessato a Papa Francesco il 26 maggio 2024, in occasione della “I Giornata mondiale dei bambini”, voluta dal Pontefice.  Benigni sin da piccolo ha sempre sognato di fare il papa. 

Peccato! Certo sarebbe stata un’ottima occasione per ridere e far ridere un po’ tutti.   

Certamente – in un quadro del genere – la scelta comunque non è affatto facile! Basti pensare che i 705 deputati – che poi saranno chiamati a prendere le decisioni per i 27 popoli europei – si riuniscono in gruppi politici e sono organizzati non già per nazionalità, bensì solo per affinità politiche. 

Comunque lo sconforto, per quanto sta accadendo, non abbandona del tutto l’interessato. Tant’è che spesso Giustino si chiede: <dove sta portando la politica delle illusioni?>. E aggiunge: <forse ha ragione Mario Monti, quando afferma che la “democrazia è in agonia”, come sostiene in maniera più dettagliata nel suo recente libro, dal titolo: “Demagonia”>. 

E, sotto certi aspetti, una conferma in tal senso viene anche dalle affermazioni di Roberto Scarpinato (politico ed ex magistrato), il quale senza mezzi termini – nel programma condotto su “La7” da David Parenzo – il 13 maggio 2024 ha detto chiaro e tondo che ormai <si sta passando dalla democrazia alla cleptocrazia>. 

Ma tornando all’Europa, Giustino continua a chiedersi a cosa serve, visto che in fondo in fondo è per lo più sottomessa alle “forzature” delle grandi lobbies. Totò                                   – pensa Giustino – direbbe che <la serva serve… serve, eccome>. Ma una risposta al quesito, cercano di darla pure la stessa Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli, con il loro recente libro dal titolo “A che ci serve l’Europa”. 

Al di là di ogni considerazione generale, però, è fortemente contrariato dallo slogan di Giorgia Meloni: <Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa>. Questo slogan – sostiene Giustino – è la dimostrazione lampante che <Giorgia è una gran bugiarda e, come lei, tutti i leaders che hanno seguito il suo esempio. Sono tutti consapevoli che in Europa non ci andranno mai. E, Allora?>. 

Nonostante tutto, però Giustino, ormai, ha deciso: <anche stavolta – pur turandomi il naso – andrò a votare! C’è sempre un “meno peggio” su cui puntare!!!>. 

Al di là di ogni dubbio, comunque, e nella piena consapevolezza sulla necessità della partecipazione al voto, Giustino si dice veramente grato al nostro Presidente per il miracolo fatto e sente, nel contempo, il dovere di augurare lunga vita a Sergio Mattarella. 

 

                                                                                                                                                         

 

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