Lecce – “Desidero portare alla Vostra attenzione le difficoltà che stiamo riscontrando per la realizzazione di un’opera di solidarietà.
Nell’ottobre 2015 abbiamo avanzato alla ASL Lecce la richiesta di costruzione di una casa di accoglienza all’interno del Presidio Ospedaliero Vito Fazzi. La struttura sarà destinata ad accogliere i piccoli degenti, visto che l’attuale Casa di Accoglienza non è nelle condizioni di mettere in sicurezza bambini con patologie oncologiche. Dopo un anno inviamo un sollecito di risposta e nell’aprile del 2017 la ASL chiede agli ingegneri di verificare l’esistenza di una porzione di terreno all’interno del perimetro dell’ospedale. Nei mesi successi pongono in atto i necessari adempimenti e ci viene richiesto l’invio di uno studio di fattibilità. Nel giro di pochi giorni ottemperiamo alla richiesta e la Direzione Generale della ASL e la direzione Amministrativa inviano alla Regione Puglia l’autorizzazione a contrarre negozio di concessione temporanea del diritto di superficie, fermo restando lo strumento autorizzativo del Comune di Lecce. Da allora, La nostra Associazione ha interlocuito in più occasioni anche con Responsabili di Regione, ottenendo sempre delle raccomandazioni su una risoluzione tempestiva della situazione. La casa di accoglienza che vogliamo costruire (a nostre spese, completamente senza chiedere ASSOLUTAMENTE NULLA Nè ALLA REGIONE Nè AD ALTRI ENTI PREPOSTI) servirà per accogliere le famiglie di piccoli degenti oncologici che non possono condividere ambienti comuni a causa della patologia. Possibile che un’Associazione che voglia solo realizzare del bene non sia degna di una risposta? Alzo la mia umile voce, invitando chiunque senta la responsabilità del bene comune della Regione e possa prendere in mano la situazione di farlo con estrema urgenza!, Noi, come Associazione, cerchiamo solo di salvaguardare il bene dei bambini ammalati, e temiamo, se non riceveremo una risposta in tempi rapidi, che con la nascita del polo pediatrico, molti bambini e le loro famiglie non avranno un posto dove potranno essere accolti. Date a noi l’opportunità di realizzare questa opera.”

Don Gianni Mattia Cappellano

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