BRINDISI – Consolidare l’esistente per uno sviluppo futuro.
Si è accesa improvvisa, ma quanto mai prevedibile, la discussione su quello che si potrà verificare nel prossimo futuro nel settore energetico-industriale del nostro territorio. I tempi previsti per l’uscita dal carbone della centrale di Cerano sono stati fissati entro nel 2025. La UIL di Brindisi da anni denuncia la mancanza di chiarezza sul futuro ruolo che avrà la Federico II° chiedendo alla politica: come ci attrezziamo ad affrontare la decarbonizzazione? A quali condizioni? Le società maggiormente interessate: TERNA e SNAM quale supporto forniranno? Quali effetti si avranno sotto l’aspetto occupazionale, non solo per i lavoratori diretti, ma anche per quelli dell’indotto?
Sono alcune domande che fino a questo momento sono rimaste senza risposta. Gli interessi in ballo sono enormi, ma non vorremmo che a pagarli siano sempre gli stessi. Si rende quanto mai indispensabile capire chi saranno gli attori che dovranno proporre soluzioni valide per scongiurare effetti dannosi e chi saranno gli interlocutori chiamati a gestire il complesso passaggio per non danneggiare ulteriormente il territorio. In questo difficoltoso processo di diversificazione sono coinvolti altri importanti investimenti che attualmente sono in fase di realizzazione come la TAP che si collegherà alla rete di distribuzione nazionale attraverso la stazione di smistamento SNAM, ubicata nel territorio brindisino, che dovrà essere adeguatamente potenziata sia come capacità di portata infrastrutturale che come numero di lavoratori addetti. Non sono trapelate fino a questo momento notizie certe su queste fondamentali indicazioni. Come al solito registriamo prese di posizione, molto differenti tra di loro tra chi è d’accordo e coloro che non approvano. Aumenta la confusione ma non si forniscono soluzioni valide e condivise. Il solito balletto di dichiarazioni pro e contro fini a se stesse che tanto danno hanno causato fino ad oggi. A tutto questo si aggiunge un altro investimento, quello della società Edison intenzionata a realizzare infrastrutture per lo stoccaggio e rifornimento di gas GPL a costa Morena con una nuova colmata. Ricordiamo a tutti che si potrebbe utilizzare quella ex LNG e anche gli spazi esistenti all’interno del petrolchimico, le attrezzature tecniche ed i servizi. Inoltre si potrebbero coinvolgere le altre società dell’area industriale: Versalis, Basell, Jindall con un importante progetto sinergico per lo scambio di prodotti che permetterebbero loro di abbattere i costi in un mercato che in Italia è diventato sempre più oneroso. Una valida alternativa che è opportuno valutare nel suo complesso con la partecipazione del comparto elettrico. Come si vede stanno maturando circostanze e tempi che potrebbero, finalmente, essere occasione di crescita per la nostra città e per il suo territorio. La UIL di Brindisi chiede che, almeno in questa occasione, si possa e si voglia dare dimostrazione di concretezza, unità di intenti per non perdere l’ennesima opportunità di fare il bene della collettività brindisina.
Antonio Licchello