BRINDISI – Come dimostrato nei giorni scorsi dalla denuncia in stato di libertà di un 36enne di Torchiarolo, che aveva omesso di far frequentare, dall’inizio dell’anno scolastico alla fine del mese di novembre scorso, e senza giustificato motivo, la scuola elementare al proprio figlio di nove anni, il fenomeno della dispersione scolastica è un problema vasto e composito.
Sulla scorta delle indicazioni impartite dal Comando Interregionale dei Carabinieri “Ogaden” di Napoli, anche in provincia di Brindisi i Carabinieri sono da tempo impegnati nel tentativo di fronteggiarlo in quanto problema sociale, poiché non ha ripercussioni immediate solo sul percorso formativo dello studente ma influenza anche l’evoluzione delle sue condizioni di vita future, in quanto coloro che conseguono bassi livelli di scolarizzazione sono molto spesso destinati a percorsi lavorativi instabili ed irregolari e si espongono a maggiori rischi di esclusione sociale, devianza o peggio ad essere vittime di illegalità.
In tale ottica vengono previste periodicamente una serie di conferenze presso gli istituti scolatici, nel corso delle quali ufficiali e sottufficiali dell’Arma incontrano i ragazzi delle classi delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, con i quali si intrattengono anche sui temi altrettanto scottanti fenomeni del bullismo e, in linea con l’evolversi della società, del cyberbullismo.
Sono, questi, fenomeni diffusi e, per contrastarli, bisogna innanzitutto dialogare con le nuove generazioni, per sapere come orientarsi – in ossequio della normativa vigente – e per prevenirli e combatterli con l’animo rivolto innanzitutto alla tutela psicologica degli stessi minori. Insieme, e a tutti i livelli. Infatti, in un fattivo rapporto di collaborazione tra le istituzioni al quale quegli stessi incontri sono tesi, la normativa di settore evidenzia la precisa responsabilità diretta del dirigente scolastico, che ha il compito di vigilare sull’adempimento dell’obbligo di frequenza delle lezioni da parte degli studenti, controllandone l’effettivo e regolare rispetto, e convocando tempestivamente le famiglie dei minori per chiarire le responsabilità dei genitori in ordine al citato adempimento.
Contestualmente, anche in attuazione delle direttive pervenute dal Comando Interregionale dei Carabinieri “Ogaden” di Napoli (che ha giurisdizione sui Comandi di Legione “Campania”, “Puglia”, “Abruzzo e Molise” e “Basilicata”), i Reparti dipendenti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi sono stati recentemente attivati per avviare un piano straordinario di controllo d’intesa con i citati dirigenti scolastici presenti nei territori di rispettiva competenza affinché vengano individuati gli allievi che si siano assentati senza valida giustificazione per un periodo superiore al 25% dei giorni di lezione. Il monitoraggio sarà incentrato sia sul pregresso anno scolastico (2016-2017), sia su quello in corso (2017-2018).
Nel corso delle stesse verifiche, particolare attenzione sarà posta al controllo della documentazione giustificativa per accertare l’eventuale commissione del reato di “inosservanza dell’obbligo dell’istruzione elementare dei minori”. Inoltre, si valuterà se gli organi preposti responsabili della vigilanza su tale adempimento avranno posto in essere le discendenti azioni necessarie e inoltrato le conseguenti segnalazioni ai servizi sociali e all’Autorità Giudiziaria per gli interventi di competenza.
Al riguardo, proprio in considerazione dell’attenzione posta alla problematica, anche la Suprema Corte di Cassazione, con sentenze pure recentissime, ha evidenziato, oltre al dovere, morale giuridico, di controllare ed educare i figli, che i motivi di giustificazione, tali da escludere la responsabilità penale nella fattispecie in argomento, debbano essere gravi e limitati quali: la mancanza assoluta di scuole o insegnanti, una distanza disagiata tra scuola e l’abitazione in mancanza di collegamenti pubblici di trasporto, ovvero la presenza di disagiate condizioni economiche che non consentono l’utilizzo di mezzi privati, oppure il rifiuto categorico e volontario del minore non superabile con l’intervento dei genitori o del servizio sociale.