BRINDISI – Quando Lina Sastri torna a Brindisi, c’è sempre da aspettarsi una serata emozionante: lo fu nel 2006, allorquando presenziò all’inaugurazione del Teatro, e lo fu qualche anno dopo, quando assieme a Massimo Ranieri si esibì nell’Opera da tre soldi.
Secondo l’attrice napoletana, seppure la rappresentazione messa in scena sia sempre la stessa, ogni volta si celebra uno spettacolo diverso, e ieri sera il pubblico brindisino ne ha avuto la riprova. Nelle ore scorse è infatti deceduto l’artista Alessandro Kokocinski, autore della scultura installata sul palco e compagno – per un tratto di vita – di Lina Sastri. L’evento luttuoso si è inevitabilmente riverberato sulla performance dell’attrice, che si è raccontata attraverso poesie, canzoni napoletane, testi dei film nei quali ha recitato ed aneddoti, e lo ha fatto con una intensità ed un senso del dramma accentuati proprio dalla contingenza del momento. Ne è venuto fuori uno spettacolo di straordinaria forza emotiva, durante il quale la Sastri ha ipnotizzato il pubblico alternando momenti intrisi di dolcezza ad altri carichi di amarezza, il tutto sempre mantenendo sullo sfondo una sensualità che non conosce età e volgarità.
Raramente l’esteso palco del Verdi è stato “riempito” così pienamente da un singolo artista; forse solo la Medea di Pamela Villoresi arrivò a tanto. Ogni gesto, ogni nota, ogni parola dell’attrice napoletana rimandavano ad un’immagine, ad un ricordo, ad un’emozione. Le interpretazioni dell’epilogo del film “Li chiamarono Briganti” e della canzone “Napul’è” di Pino Daniele, poi, hanno rappresentato il perfetto cappello finale di uno spettacolo che il pubblico del Verdi ha dimostrato di gradire parecchio, tanto da tributare all’attrice napoletana un lungo applauso.
Andrea Pezzuto Redazione |