Il passaggio dall’ambiente casa a quello della scuola materna è un varco importantissimo sia per i bambini che per i genitori. E non ha senso illudersi o vergognarsi che questo passaggio possa avvenire in modo del tutto indolore. È quasi inevitabile che il bambino pianga al momento del distacco. Anzi, il pianto è un modo per scaricare la tensione della novità, del cambiamento.
I genitori possono assumere uno stile educativo iperprotettivo per motivi diversi derivanti dalla propria educazione, da esperienze di vita, o dal carattere timido e pauroso dello stesso bambino. Di fatto questo atteggiamento nasce da un bisogno degli adulti: ridurre il timore che accada qualcosa, soddisfare il bisogno di controllo o sentire di essere genitori ideali.
La preoccupazione può nascere dall’idea che il mondo sia negativo e pericoloso, allertando così il bambino che percepisce l’ansia, attraverso la presenza costante e frasi del tipo “fai attenzione! Non allontanarti”.Il piccolo penserà che l’ambiente non è sicuro e da solo non può farcela.
Il bisogno, poi, di perfezionismo ed evitamento alla frustrazione nascono da un’insicurezza dell’adulto che si sostituisce al bambino nella risoluzione dei problemi per non far provare emozioni spiacevoli; così il piccolo apprenderà la dipendenza dagli altri, pensando di essere fragile ed incapace.
Infine l’iperprotezionepuò presentarsi sottoforma di controllo e onnipresenza, come se il genitore avesse bisogno del bambino, che potrebbe assumere un atteggiamento passivo, di confusione e dubbi
Queste situazioni creano pericolosi circoli viziosi: il genitore teme il distacco dal figlio che percepisce l’ansia e si dimostra spaventato, timoroso; nell’adulto si conferma l’idea che il figlio non possa stare con nessuno al di fuori dell’ambiente domestico.
Di fatto c’è da chiarire che ogni momento di passaggio nella vita del bambino è accompagnato da una crisi e il superamento di essa rappresenta un passo avanti verso la crescita, sia per il piccolo che per il genitore nel ruolo che ricopre. I bambini hanno bisogno di essere incoraggiati e sostenuti nel relazionarsi con i coetanei e con altre figure adulte, poiché la socializzazione, la competenza di entrare in contatto con gli altri favorisce l’autonomia, la condivisione con persone che non sono famigliari, la fiducia in se stesso e nel mondo, l’empatia, la competizione, la cooperazione, rispettare il turno.
Per fare questo occorre lavorare sulla propria insicurezza e ansia. Non è una missione impossibile, ma è necessario accettare di essere timorosi come genitori, consapevolizzare i propri stati d’animo senza trasmetterli al bambino. Inoltre molte scuole permettono un periodo di inserimento graduale per far abituare il bambino al nuovo ambiente. Il genitore si assenterà per periodi via via più lunghi, acconsentendo un distacco dolce.
È importante che i genitori siano sereni, fiduciosi nella scuola, capaci di collaborare con le maestre, evitare confronti con altri bambini meno timorosi, parlare in modo positivo dell’esperienza scolastica, rassicurare il proprio affetto mostrando comprensione delle piacevoli e spiacevoli emozioni del bambino, rimanere fermi e sereni nella separazione.