“Sulle liste d’attesa in sanità. E che succede se un cittadino si sente dire che una visita a pagamento si può avere in molto meno tempo rispetto ad una visita a carico della ASL? E che succede se questa differenza si riscontra a parità di prestazioni richieste, strumentazione disponibile, personale impiegato e ore di lavoro? In questi casi perché non sarebbe ragionevole sospendere l’attività a pagamento sino a quando i tempi non si allineano?”
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale bilancio Fabiano Amati, promotore della proposta di legge “Misure per la riduzione delle liste d’attesa in sanità. Primi provvedimenti”, sottoscritta dallo stesso Amati e dai consiglieri Napoleone Cera, Enzo Colonna e Ruggiero Mennea.
“Nelle ultime settimane noto una significativa animazione attorno al problema delle liste d’attesa e ne prendo atto con molto piacere. Nel compiacimento osservo tuttavia anche il gran numero di proposte aggiuntive o modificative, tutte però dirette ad evitare che una previsione legislativa – quella dell’allineamento tra i tempi dell’attività istituzionale con i tempi dell’attività libero professionale – possa avere una qualche conseguenza di buon senso, tipo la sospensione dell’attività libero-professionale.
Tra queste proposte spiccano quelle che provano a risolvere con i fondi pubblici un problema che non riguarda la cassa pubblica. Insomma, si utilizza quella nota tecnica politica che pensa di risolvere i problemi solo con le tasse, come se queste fossero pagate dai marziani e non attraverso il lavoro dei cittadini”.