“Febbraio 2019”, questa è la prima data utile per fare una mammografia ed una visita senologica presso la ASL di Brindisi. Tempi di attesa decisamente troppo lunghi.

Eppure il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa (PNGLA) esiste eccome. Esso individua 58 prestazioni, tra quelle offerte dal SSN, il cui tempo massimo d’attesa va garantito ai cittadini che ne fanno richiesta. Tutti esami importanti che, in base ad un sistema di priorità predefinito, dovrebbero essere erogati in un range temporale che va da 30 a 60 giorni dalla richiesta.

I cittadini sono costretti a rivolgersi ad una struttura privata accollandosi interamente il costo della prestazione.
Sia chiaro, un cittadino ha il diritto di scegliere il sistema privato, purché si tratti effettivamente di una scelta e non di un obbligo.

Ma cosa succede se un cittadino non ha la possibilità di pagare un esame o visita medica? Probabilmente vi rinuncia. Rinuncia così alla prevenzione, alle cure, alle terapie.
Curarsi non può essere un lusso per pochi.
Il nostro sistema sanitario dovrebbe essere basato sull’universalità, l’eguaglianza e l’equità di accesso alle prestazioni ed ai servizi; dovrebbe essere un sistema giusto, un sistema che pone al centro il paziente.

Assistiamo invece ad una gestione cieca e sorda dei servizi sanitari, che non è in grado di intercettare il reale bisogno di salute dei cittadini e che non crea il giusto equilibrio tra la domanda di prestazioni e la garanzia dei livelli essenziali di assistenza. Una gestione che mette nelle condizioni i medici e gli operatori sanitari di lavorare spesso a ritmi disumani.

Emiliano dovrebbe rendersi conto che la città di Brindisi esiste, è viva ed i suoi cittadini vogliono vivere bene! Ne hanno pieno diritto, tanto quanto gli altri pugliesi!
Livia Antonucci- Candidata FI

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